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Elezioni 2018, Istituto Cattaneo: "regioni rosse" non esistono più

Politica
La mappa dei risultati alle elezioni politiche 2018 nelle "regioni rosse"

La zona d’Italia che comprende Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Umbria ha visto in 50 anni  dimezzare il consenso ai partiti dell’area di centrosinistra. Nessun effetto di allargamento sull’elettorato da LeU. RISULTATI - MAPPA COLLEGI - SPECIALE

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Dopo queste elezioni (TUTTI I RISULTATI) la definizione di "regioni rosse", come dagli anni '60 nel gergo politico-giornalistico sono spesso definite Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Umbria non può più essere usata. Lo sostiene l'Istituto Cattaneo di Bologna, che ha analizzato i risultati in questa zona. L’arrivo sulla scena di LeU, inoltre, non ha comportato nessun allargamento nell’elettorato, ma solo una divisione tra i sostenitori storici dei partiti di centrosinistra.

Consensi dimezzati in 50 anni

In quest'area, in cinquant'anni, l'area dei partiti di centro-sinistra si è infatti dimezzata, passando dal 59,2% del 1968 all'attuale 30,1%. Già cinque anni fa, con l'arrivo del M5s, questo monopolio si era incrinato, ma le elezioni del 2018 hanno evidenziato due fenomeni che segnalano la definitiva scomparsa delle regioni rosse: il Pd non è più il primo partito, sorpassato dal M5s e la coalizione di centrodestra supera, per la prima volta, quella di centrosinistra. 

Resiste solo la Toscana

L'unica regione dove questa tendenza è meno marcata è la Toscana, dove il Pd continua a essere il partito più votato nonostante la perdita di consensi. Non solo, ma quest'area è diventata oggi quella caratterizzata da maggiore competizione e dove il mercato elettorale è più incerto.

Nessun effetto da Liberi e Uguali

L'arrivo di Liberi e Uguali, peraltro, non ha allargato il consenso, ma ha innescato una competizione interna che ha portato alcuni tradizionali elettori di sinistra ad astenersi. Come scrive l’Istituto “emerge chiaramente come la sfida dentro l’area del centro-sinistra non abbia comportato un allargamento dei consensi per i due partiti principali (Pd e Leu), ma sia avvenuta tutta all’interno del contesto, peraltro sempre più ridotto, della sinistra e del centro-sinistra”.