Elezioni 2018, da Priolo a Cavriago: tutte le curiosità del voto

Politica
Foto d'archivio (Ansa)

Nel paese siciliano in provincia di Siracusa il M5S supera il 70%, mentre nella località dove in piazza è esposto il busto di Lenin il Pd non è più il primo partito. E poi, Grillo che perde a Sant’Ilario e la prima valdostana a Montecitorio. LO SPECIALE - LIVE

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Curiosità, dati particolari, piccoli fenomeni elettorali. Oltre al boom di Lega e Movimento 5 Stelle e alla sconfitta del Partito Democratico, con tanto di dimissioni postdatate del segretario Matteo Renzi, il voto del 4 marzo ha fatto registrare anche altri elementi che inevitabilmente saltano all’attenzione (LO SPECIALE). Come la vittoria schiacciante, quasi bulgara, del M5S a Priolo, in provincia di Siracusa. O come il fatto che, malgrado la flessione di Forza Italia, Portofino non abbia tradito Silvio Berlusconi: lì ha fatto registrare la sua miglior performance. Oppure che nel seggio di Genova Sant’Ilario, quello di Beppe Grillo, il Movimento è dietro al centrodestra. Per non parlare poi di Cavriago, paese in provincia di Reggi Emilia che, pur esponendo in piazza il busto di Lenin, ha deciso di voltare le spalle al Pd.

Priolo a 5 stelle

Il Movimento 5 stelle in Sicilia è andato benissimo, vincendo praticamente ovunque. C’è un dato, però, che risalta. È quello di Priolo Gargallo, paese in provincia di Siracusa famoso per il petrolchimico: il grillino Paolo Ficarra, candidato nel collegio uninominale per la Camera dei deputati ed eletto col 57,90%, qui ha portato a casa il 71,73% dei voti. Si tratta del più grosso exploit del Movimento in Sicilia. 

Portofino feudo berlusconiano

Portofino, nota località turistica della Liguria, è sempre stata fedele a Berlusconi e a Forza Italia. Una tendenza confermata anche in questa tornata elettorale del 4 marzo. Gli azzurri, nel paese famoso per la piazzetta e dove l’ex presidente del Consiglio è spesso di casa, hanno ottenuto il 38,11% (85 voti) per il Senato e il 37,13% per la Camera. A Portofino sono andati bene anche gli alleati di Fi, in particolare la Lega, con il 30% al Senato (67 voti) e il 29% alla Camera. I Cinque Stelle, invece, sono rimasti indietro con 34 voti al Senato e 40 per la Camera. Ancora più in basso il Pd, con 16 voti per ciascun ramo del Parlamento. Tra le curiosità del voto in piazzetta ci sono i 5 voti presi da CasaPound per la Camera e i 3 per il Senato. Meno d'effetto quelli per l'estrema sinistra: tra Potere al Popolo e Liberi e Uguali se ne contano 5 in tutto tra Camera e Senato.

Cavriago, dal busto di Lenin al voto a M5S e Lega 

La debacle del Pd, oltre ai numeri e all'ammissione dello stesso Renzi, ha anche il suo aspetto simbolico. A Cavriago, paese di circa 10mila abitanti in provincia di Reggio Emilia celebre per ospitare in piazza un busto di Lenin e storico feudo della sinistra italiana, i dem non sono il primo partito. La coalizione di centrosinistra l’ha spuntata comunque di pochi voti, ma i consensi per il Pd si sono fermati al 30,5%, un punto sotto il Movimento 5 Stelle. La Lega è andata peggio rispetto alla media nazionale, fermandosi al 13,2%, comunque in forte crescita rispetto alle Politiche 2013, quando non superò il 2%. Cinque anni fa il Pd andò oltre il 45% e la coalizione sfiorò il 50% dei consensi. A drenare consensi al Pd, il 4 marzo, ha sicuramente contribuito anche la corsa dell'ex segretario dem a Cavriago, Mirko Tutino, accasatosi in Liberi e Uguali: la sua corsa ha pesato per il 7,15%. E, forse, non è da escludere che al boom dei grillini abbia contribuito anche l'endorsement della cittadina più illustre di Cavriago, ovvero Orietta Berti, che durante la campagna elettorale ha annunciato la sua preferenza per il Movimento 5 Stelle.

Prima valdostana alla Camera

Tra le curiosità del voto del 4 marzo, poi, c’è che, per la prima volta, la Valle d’Aosta manda a Montecitorio una donna. Si tratta di Elisa Tripodi, candidata con il Movimento 5 Stelle. Lei ha 31 anni e di professione è barista. Ha ottenuto 15.999 voti, pari al 24,1%, precedendo Alessia Favre, ex presidente dell'Uvp, presentata dalle forze autonomiste di governo regionale, che ha avuto 14.429 preferenze (21,7%).

Primo senatore di colore

Da segnalare anche che fra gli eletti della Lega in Senato c'è Toni Iwobi, nigeriano d'origine che milita nel Carroccio da oltre vent'anni. Iwobi, 62 anni, è il primo senatore di colore eletto in Italia. Imprenditore informatico, è diventato consigliere comunale a Spirano nel 1995. Da allora la sua militanza è stata continua, tanto da diventare responsabile immigrazione del partito.

Grillo non è profeta in patria

Il buon risultato del Movimento 5 stelle, infine, non è stato replicato nel seggio di Genova Sant’Ilario, quello del fondatore, Beppe Grillo. Lì, nell’uninominale, il M5s ha dovuto lasciare spazio al centrodestra. I grillini non sono andati oltre le 150 preferenze contro le 187 della coalizione Forza Italia, Lega, FdI e Noi per l’Italia. Al terzo posto si è posizionato il centrosinistra con 138 voti, al quarto Liberi e Uguali con 50, seguito dalle 9 preferenze di Potere al Popolo. CasaPound e Partito Comunista hanno ottenuto un voto ciascuno.

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