Elezioni 2018, Di Maio su rimborsi: “Chi fa queste cose fuori dal M5S”

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Foto d'archivio
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Linea dura del leader pentastellato. “Non ho voluto parlare direttamente con Cecconi e Martelli perché mi hanno molto deluso”, ha detto. Critico il Pd. Renzi: “Gli impresentabili a questo giro li hanno messi i 5 Stelle”. LO SPECIALE ELEZIONI

“Non ho voluto parlare direttamente con Cecconi e Martelli perché mi hanno molto deluso. Io sono dell'idea che chi fa queste cose debba andare fuori dal Movimento”. Sulla vicenda dei due deputati grillini, che non hanno rispettato le regole del M5S sulla restituzione di parte dello stipendio, sembra prevalere la linea dura di Luigi Di Maio. Incalzato dai giornalisti a Lecce, il candidato premier pentastellato è tornato sulla questione, anticipando di fatto la decisione cui sono chiamati i probiviri nelle prossime ore. Le altre forze politiche, intanto, continuano ad alimentare la polemica.

Di Maio: “Molto deluso” da loro

A parziale attenuante del comportamento dei due deputati, Di Maio ha riconosciuto che Andrea Cecconi e Carlo Martelli “hanno già restituito tutti i soldi che dovevano restituire e hanno già fatto il bonifico di chiusura”. “Non solo gli è stato chiesto di fare un passo indietro – ha sottolineato Di Maio –, ma è stato chiesto un intervento dei probiviri per chiederne l’espulsione o la sospensione”. Il leader del M5S, però, ha anche voluto inasprire i toni personali nei confronti dei diretti interessati, anche se questi hanno già fatto sapere di non accettare la rielezione a deputati qualora dovessero prevalere sugli altri candidati il prossimo 4 marzo (LO SPECIALE ELEZIONI). Di Maio, infatti, ha raccontato di non aver voluto parlare direttamente con Martelli e Cecconi per essere stato “molto deluso” da loro.

Pd contro M5S

Per tutta le giornata, intanto, gli esponenti delle altre forze politiche - e soprattutto del Pd - hanno innalzato il tenore della polemica contro il M5S e il suo leader. L’accusa nei loro confronti è di non aver alcun diritto di criticare i presunti “impresentabili” candidati nelle altre liste, date le vicende poco edificanti in cui è stato recentemente coinvolto più di un candidato grillino. A suonare la carica è stato Matteo Renzi, affermando che “gli impresentabili a questo giro li hanno messi i 5 Stelle, tanto è vero che se ne vergognano”. “Non è mai accaduto – ha aggiunto l’ex premier – che un partito mettesse in lista della gente e poi si vergognasse il giorno dopo”. Renzi ha anche approfittato della situazione per rinfocolare la polemica con Di Maio sui confronti tv, dichiarandosi sempre disponibile se il suo avversario la “finisce di scappare”. Critico anche il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. “Ieri diceva di essere orgoglioso di loro, oggi li vuole espellere: il caso rimborsi Cecconi/Martelli manda in tilt Di Maio. Diventeranno deputati grazie a un seggio blindato e, se espulsi da partito, non proveranno neanche più a dimettersi. Disastri Di Maio li pagano gli italiani”, ha scritto su Twitter.

La replica del M5S

Da parte loro, i grillini che hanno affrontato la delicata questione lo hanno fatto enfatizzando le differenze a loro avviso persistenti tra M5S e gli altri partiti. A partire dallo stesso Di Maio, che ha sottolineato che “da noi chi fa questi sbagli se ne deve andare” mentre “nelle altre forze politiche nessuno restituisce nulla e noi abbiamo restituito 21 milioni di euro”. Dello stesso tenore le affermazioni della deputata Carla Ruocco: “Solo noi abbiamo delle liste pulite e siamo certi che il 4 marzo gli elettori daranno una bella lezione ai partiti degli impresentabili”.

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