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Pensioni, le novità del 2018: aumento ed equiparazione uomo-donna

Politica
Foto d'archivio Fotogramma

Gli assegni saranno rivalutati in base all'inflazione del 2017, stimata al momento all'1,1%. Arriva poi la parificazione dell'età pensionistica, che arriverà a 66 anni e 7 mesi. Nel corso dell'anno, inoltre, diventeranno operative le varie forme dell'Ape

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L’arrivo del 2018 porta con sé alcune importanti novità sulle pensioni. Torna l’indicizzazione dei trattamenti, che comporta quindi un piccolo aumento dell'1,1% negli assegni, mentre comincia il percorso che porta alla piena equiparazione dell’età pensionabile tra uomo e donna. Diventano poi operativi gli anticipi pensionistici - Ape - volontario e social. Quest'ultimo si allarga a più categorie come disoccupati, invalidi e a persone impegnate nella cura di parenti disabili.

Scatta il mini-aumento

Con il ritorno dell’indicizzazione dopo due anni di blocco, i trattamenti saranno di nuovo rivalutati in base all’inflazione. Gli assegni saranno calcolati in base al tasso del 2017, per ora provvisoriamente stimato pari all'1,1%.

Equiparazione uomo-donna

Il 2018 sarà l’anno in cui si arriverà all’allineamento dell’età per la pensione tra uomini e donne, che si attesta ora a 66 anni e 7 mesi e salirà a 67 anni nel 2019. Il balzo è di un anno per le dipendenti del settore privato - che fino al 2017 potevano smettere di lavorare a 65 anni e 7 mesi - mentre è di sei mesi per le lavoratrici autonome, che potevano uscire a 66 anni e 1 mese.

Allargamento dell’Ape social

Si allarga la platea di chi può accedere all'anticipo pensionistico - Ape social -  a carico dello Stato. Una prima tranche di lavoratori ha già potuto accedere a questo strumento e ha appena ricevuto questa indennità. Le categorie di lavoratori che possono beneficiare dell’Ape sono ora diventate 15, rispetto alle 11 precedenti. Si tratta di persone che hanno svolto attività considerate gravose e usuranti, ma i confini si allargano anche a coloro che hanno 63 anni e sono disoccupati, oppure invalidi, o impegnati nella cura di parenti disabili.

Ape social per le mamme

Per le mamme lavoratrici la possibilità di accedere all'anticipo pensionistico a carico dello Stato viene "pesato" in base ai figli. Le mamme potranno anticipare l’età della pensione di un anno per ogni figlio, con un tetto complessivo di 2 anni.

Diventa operativa l’Ape volontaria

L’Ape volontaria, ovvero la possibilità di anticipare la pensione tramite una sorta di prestito da restituire, dovrebbe diventare operativa a gennaio dopo i ritardi che ne hanno fatto slittare la partenza. Sono state siglate infatti le convenzioni con banche e assicurazioni. Con l’Ape volontaria si potrà andare in pensione dai 63 anni ottenendo un reddito che poi va restituito in 20 anni a valere sulla futura pensione.