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Cei su migranti: "Aiutarli a casa loro non basta". Il Vaticano smorza

Politica

"Quella frase rischia di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità” dice Nunzio Galantino, capo dei vescovi italiani, a Renzi. Apre il segretario di Stato Parolin: "Discorso valido: dobbiamo aiutare in modo che la migrazione non sia forzata ma libera"

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"Aiutare i migranti a casa loro"? A distanza di giorni dal post -  poi rimosso -  di Matteo Renzi, vescovi e Vaticano tornano sul tema e danno due diverse interpretazioni. Se Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, bacchetta il segretario Pd, il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, parla di "discorso valido".

Dibattito, questo, che arriva nel giorno in cui sono stati diffusi dati allarmanti sugli sbarchi: nelle ultime 24 ore sono oltre 4mila le persone sbarcate sulle nostre coste, e ne sono attese altre 7mila nel weekend. Più in generale, nel 2017 sono sbarcate in Italia in 85mila persone, registrando il +21% sul 2016.

I vescovi: non basta 

"La frase 'aiutarli a casa loro', se non si dice come e quando e con quali risorse precise rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità” dice Nunzio Galantino. "Noi - aggiunge  segretario generale della Cei - lanciamo la campagna 'liberi di partire - liberi di restare' con 30 milioni dall'otto per mille di aiuti concreti". Detto in altre parole, la Cei considera un valore non rinunciabile l'accoglienza e un errore non scusabile la chiusura a riccio dei Paesi più ricchi. Galantino non concede scappatoie o deroghe. Non gli piace, ad esempio, chi vorrebbe distinguere i migranti che scappano dalla guerra da quelli che scappano dalla povertà, per accogliere solo i primi e respingere i secondi. Distinguere  tra profughi di guerra e migranti economici "è come fare la distinzione se uno preferisce morire impiccato o alla sedia elettrica", taglia corto. Alla luce degli ultimi dati Istat sulla povertà, (4,7 milioni di italiani vivono in povertà) precisa:"Legare immigrati e poveri, ha aggiunto – è importante perché sono scarti entrambi, metterli in contrapposizione vuol dire invece continuare ad alimentare una guerra tra poveri e le guerre tra poveri servono soltanto ai furbi".

Parolin: discorso valido

L'approccio "renziano" al nodo migranti trova invece l'avallo del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che smorza le polemiche sul nascere: "Io credo che il discorso dell' 'aiutiamoli a casa loro' sia un discorso valido, nel senso che dobbiamo aiutare veramente questi paesi nello sviluppo, in modo tale che la migrazione non sia più una realtà forzata, ma sia libera. Che sia un diritto di tutti ma sia fatta non per costrizione, perché non si trovano nel proprio Paese le possibilità di vivere e di crescere". 

"Da Europa solidarietà a parole"

Resta il problema della posizione europea, un macigno sulla strada di un'accoglienza condivisa. L'Osservatore Romano riserva a Bruxelles una dura reprimenda e all'Italia parole di vicinanza: "Tanta solidarietà a parole. Ma nei fatti l'Europa continua a restare inerte di fronte al dramma dell'immigrazione nel Mediterraneo e alle difficoltà dell'Italia".

Sul tema migranti interviene anche Beppe Grillo, su una linea dura ma per una volta non troppo distante da quella di Renzi: la ricetta dei Cinque Stelle prevede la chiusura dei porti italiani e la revisione degli accordi di Dublino. In mancanza di riposte dagli altri Paesi della Ue, sostiene il leader M5s, l'Italia dovrà bloccare "qualunque forma di finanziamento economico alla Ue".