Il segretario ha chiuso la seconda giornata di lavori al teatro Linear Ciak di Milano: "C'è chi prova a riscrivere il passato, noi scriviamo il futuro". E aggiunge: “Io rispondo a chi ha votato alle primarie, non ai capi corrente”
"C'è chi prova a riscrivere il passato, noi scriviamo il futuro". Così Matteo Renzi è intervenuto per la conclusione della seconda giornata dell'assemblea nazionale dei circoli Pd in corso al teatro Linear Ciak di Milano.Al fianco del segretario del Pd durante gli interventi di questa mattina c’erano il vicesegretario e ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e il presidente del Pd Matteo Orfini. Presente anche il neo-sindaco di Padova Sergio Giordani e la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.
“Ragiono con tutti ma non ci fermiamo davanti a nessuno”
Il messaggio lanciato agli altri esponenti della sinistra è chiaro: "Cosa dico a Pisapia, Bersani? Nulla. Sono pronto a ragionare con tutti, ascoltiamo chiunque, ma sui temi del futuro dell'Italia non ci fermiamo davanti a nessuno”. E aggiunge: "Rimettiamoci in cammino senza inseguire le discussioni finte, che ci fanno perdere un sacco di tempo”.
“Fuori dal Pd ci sono solo M5S e Lega”
Renzi, riferendosi alle fratture interne al partito, ribadisce la sua posizione: "Io rispondo a chi ha votato alle primarie, non ai capi corrente, alle primarie non ai caminetti. Si sono fatte le primarie non perché non sapevamo cosa fare. Decide la gente, non i capi corrente". E aggiunge: "È un attacco contro il Pd. Ma così attaccano l'unica diga che c'è in Italia contro i populisti. Fuori dal Pd non c'è la rivoluzione socialista, marxista, leninista, ma M5S o la Lega. E chi immagina il centrosinistra senza il Pd vince il premio Nobel della fantasia ma non raggiunge alcun risultato concreto", "fuori dal Pd non c'è la vittoria della sinistra di lotta e di governo ma la sconfitta della sinistra".
Lavoro e ius soli
Renzi definisce lo ius soli un “principio di buonsenso, sacrosanto. L'abbiamo raccontata male? La racconteremo bene. Ma chi è cresciuto qui ha il dovere di essere cittadino del nostro Paese". E il segretario del Pd parla anche di lavoro, sottolineando che con il Jobs act "da qui a fine legislatura rischiamo di arrivare a un milione di posti di lavoro. Tre anni fa l'Italia era in fondo alle graduatorie. Occupazione, Pil, consumi privati avevano il segno meno, Expo sembrava una sfida impossibile da raggiungere e la parola d'ordine era austerità e fiscal compact. Da quando abbiamo preso in mano il Paese il Pil cresce, come l'occupazione”.
“Nostalgia del Lingotto”
"Siamo in un momento in cui la politica italiana sembra improvvisamente in mano alla nostalgia, ci raccontiamo un passato meraviglioso che non è mai esistito - dice Renzi - Non ho nostalgia dei tavoloni con dodici sigle di alleanze che si chiamavano Unione e pensavano a parlarsi male addosso e c'era chi diceva sì e poi andava in piazza contro il governo. Con quel meccanismo lì l'Italia si è fermata, non è andata avanti. Ho nostalgia dell'intuizione del Veltroni del Lingotto: stare insieme non contro qualcuno, ma per qualcosa".
Il tour in treno
Renzi ha poi annunciato il tour il treno per l’Italia in partenza il 24 settembre: "Saliamo su un treno per 5 mesi. Andremo in tutte le province. Il treno è in preparazione, ci sarà una carrozza per i social, ci sarà una carrozza per gli incontri con la realtà del territorio. Non inseguo le polemicuzze interne, chi ha voglia di mettersi in gioco si metta in cammino”.