Il tribunale ha dato ragione al primo cittadino che si era appellato contro la sospensione dalla carica disposta in base alla legge Severino. "Abbiamo fatto giurisprudenza", il suo commento. Il ministro dell'Interno Alfano: "La legge non funziona"
Il Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso del sindaco di Napoli De Magistris contro la sospensione dalla carica disposta in base alla legge Severino. Lo ha reso noto il presidente del Tribunale di Napoli Ettore Ferrara spiegando che l'efficacia del provvedimento è sospesa “fino alla decisione della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale, rimettendo le parti per il merito all'udienza del 26 ottobre”.
“La battaglia non è finita. Non abbiamo però mollato di un millimetro”, il primo commento del sindaco di Napoli che ha aggiunto: “Abbiamo fatto giurisprudenza”.
Per il ministro dell'Interno Angelino Alfano “è l'ennesima prova che la legge Severino non funziona. Non dico che non funzioni nel suo insieme perché stiamo contrastando più efficacemente la corruzione, ma per quanto riguarda i regimi di sospensione non funziona".
Confermata la decisione del Tar - La decisione della prima sezione civile del Tribunale di Napoli sul ricorso di Luigi de Magistris conferma quindi quanto aveva stabilito il Tar Campania lo scorso 30 ottobre, e cioè la sospensione del decreto di sospensione firmato dal prefetto secondo quanto previsto dalla legge Severino per gli amministratori condannati anche in primo grado per determinati reati, in questo caso l'abuso d'ufficio.
Occhi puntati su De Luca - Il Tar aveva sollevato dubbi di costituzionalità su alcuni aspetti della norma. Nel frattempo il Consiglio di Stato ha stabilito che è il giudice ordinario, e non quello amministrativo, competente in materia. La decisione del Tribunale di Napoli potrà avere riflessi anche sul caso De Luca: anche sul neo eletto presidente della Regione Campania pendono gli effetti della legge Severino alla luce della condanna in primo grado inflittagli dal Tribunale di Salerno per abuso d'ufficio.
La soddisfazione di De Magistris - Il sindaco di Napoli ha convocato una conferenza stampa dopo la decisione del tribunale, nel corso della quale ha detto: "Si riconosce che chi è stato eletto, e nel mio caso quando la legge Severino non c'era, deve poter esercitare il diritto-dovere di svolgere le funzioni e, se ciò non avviene, si causa un danno e si lede un diritto del candidato e degli elettori. Ora la Consulta stabilirà i corretti confini costituzionali della norma".
“La battaglia non è finita. Non abbiamo però mollato di un millimetro”, il primo commento del sindaco di Napoli che ha aggiunto: “Abbiamo fatto giurisprudenza”.
Per il ministro dell'Interno Angelino Alfano “è l'ennesima prova che la legge Severino non funziona. Non dico che non funzioni nel suo insieme perché stiamo contrastando più efficacemente la corruzione, ma per quanto riguarda i regimi di sospensione non funziona".
Confermata la decisione del Tar - La decisione della prima sezione civile del Tribunale di Napoli sul ricorso di Luigi de Magistris conferma quindi quanto aveva stabilito il Tar Campania lo scorso 30 ottobre, e cioè la sospensione del decreto di sospensione firmato dal prefetto secondo quanto previsto dalla legge Severino per gli amministratori condannati anche in primo grado per determinati reati, in questo caso l'abuso d'ufficio.
Occhi puntati su De Luca - Il Tar aveva sollevato dubbi di costituzionalità su alcuni aspetti della norma. Nel frattempo il Consiglio di Stato ha stabilito che è il giudice ordinario, e non quello amministrativo, competente in materia. La decisione del Tribunale di Napoli potrà avere riflessi anche sul caso De Luca: anche sul neo eletto presidente della Regione Campania pendono gli effetti della legge Severino alla luce della condanna in primo grado inflittagli dal Tribunale di Salerno per abuso d'ufficio.
La soddisfazione di De Magistris - Il sindaco di Napoli ha convocato una conferenza stampa dopo la decisione del tribunale, nel corso della quale ha detto: "Si riconosce che chi è stato eletto, e nel mio caso quando la legge Severino non c'era, deve poter esercitare il diritto-dovere di svolgere le funzioni e, se ciò non avviene, si causa un danno e si lede un diritto del candidato e degli elettori. Ora la Consulta stabilirà i corretti confini costituzionali della norma".