Il segretario del Pd risponde così a Berlusconi, che vuole legare la riforma del Porcellum al ritorno alle urne. Sul governo dice: "Non voglio poltrone. Mi ricandido a sindaco di Firenze". Sul Job Act: "Più tasse sulle rendite finanziarie"
Sulla legge elettorale ognuno avanzi la sua proposta, ma nessuna faccia diktat, a cominciare da Berlusconi. A dirlo, ospite della trasmissione Otto e mezzo, è il segretario del Pd Matteo Renzi. "Il Pd non impone la sua legge elettorale: non avrebbe i numeri e non sarebbe giusto, troviamo una soluzione tutti insieme. Confrontiamoci velocemente ma senza diktat, non li fa il Pd non li faccia nessun altro" risponde infatti il sindaco di Firenze al Cavaliere, che ha acconsentito a una riforma del Porcellum in cambio di un ritorno alle urne. Renzi ha poi smentito l'ipotesi di un suo incontro nei prossimi giorni con Berlusconi per discutere proprio di legge elettorale. "A me non risulta, se risulta stavolta lo diciamo prima" ha detto, scherzando sulle polemiche nate dopo la sua visita ad Arcore nel 2010. Renzi ha detto anche di non aver parlato con Monti, incontrato oggi, martedì, a pranzo di riforma del sistema di voto.
Renzi: "Nel 5 Stelle sta succedendo qualcosa, ne vedremo delle belle" - Sempre parlando di legge elettorale, il segretario del Pd, ha osservato che "la proposta di Alfano può andare bene, la sottoporremo agli altri partiti e vedremo quale andrà bene". "A me non interesse il modello che faccia più comodo al Pd ma quello che può fare più comodo agli italiani. Alfano è parte del centrodestra, non è che sta con noi. Ci fa molto piacere se sia disponibile. Per quale motivo il sistema che ho proposto non dovrebbe funzionare? Per me funziona, ci metto il cuore, mi aggrappo a tutte le possibilità perché l'otto dicembre i cittadini ci hanno dato una grande possibilità", ha aggiunto Renzi. E possibili aperture potrebbero venire dai 5 Stelle. "Anche nei 5 stelle sta succedendo qualcosa, ne vedremo delle belle" ha sostenuto Renzi. "Penso che si stia aprendo una discussione vera. Se Grillo vuol lasciare le cose come stanno sbaglia", ha aggiunto, "perché non lavora per gli interessi degli italiani".
Renzi: "Mi ricandido a sindaco di Firenze" - "Lo ripeto: mi ricandiderò a sindaco di Firenze" ha poi ribadito Renzi sottolineando che, in questo modo, dimostrerà "di non voler fare le scarpe a Letta". Inoltre, il segretario del Pd non crede "che si rivoterà prima del 2015, quindi i miei 40 anni li festeggerò a Palazzo vecchio". Sull'ipotesi del rimpasto "il presidente Letta se decide fare dei cambiamenti benissimo, faccia lui ma l'idea che siccome ho vinto il congresso voglio "due ministri, un sottosegretario fa tanto vecchio stile io non farò mai una trattativa per due ministri: io voglio cambiare il Paese non il governo".
"Tassare le rendite finanziare" - Renzi torna inoltre sul tema del Job Act, il pacchetto di riforme che il Pd intende presentare entro la fine della prossima settimana, e si dice d'accordo ad aumentare la tassazione sulle rendite finanziare. "Sarà uno dei termini del termini dello "job act" che presenteremo" ha detto il segretario del Pd. "Se prendiamo un po' di piu' dalle transazioni - ha aggiunto - bene, a condizione che non aumentiamo la spesa e di abbassare le tasse sul lavoro, andando a ridurre l'Irap". Questo sarà "uno dei temi" del piano per il lavoro del Pd.
Nel Job Act taglio del costo dell'energia - Sempre nel Job Act il Pd proporà il taglio del 10% del costo dell'energia per le aziende. L'obiettivo è, dunque, quello di far pagare meno l'energia alle imprese rivedendo il rendimento fissato diversi anni fa dall'Authority. In sostanza, attualmente, la bolletta sull'energia ha tre voci: costo dell'energia; accise e costo di distribuzione fatta da società esterne come Terna e Snam. Un costo fissato dall'Authority per l'energia molti anni fa e mai aggiornato, con rendite fuori mercato. La proposta di Renzi prevede di abbassare del 20-30% questa rendita in modo da creare un risparmio per abbassare il costo dell'energia per le imprese.
Renzi: "Nel 5 Stelle sta succedendo qualcosa, ne vedremo delle belle" - Sempre parlando di legge elettorale, il segretario del Pd, ha osservato che "la proposta di Alfano può andare bene, la sottoporremo agli altri partiti e vedremo quale andrà bene". "A me non interesse il modello che faccia più comodo al Pd ma quello che può fare più comodo agli italiani. Alfano è parte del centrodestra, non è che sta con noi. Ci fa molto piacere se sia disponibile. Per quale motivo il sistema che ho proposto non dovrebbe funzionare? Per me funziona, ci metto il cuore, mi aggrappo a tutte le possibilità perché l'otto dicembre i cittadini ci hanno dato una grande possibilità", ha aggiunto Renzi. E possibili aperture potrebbero venire dai 5 Stelle. "Anche nei 5 stelle sta succedendo qualcosa, ne vedremo delle belle" ha sostenuto Renzi. "Penso che si stia aprendo una discussione vera. Se Grillo vuol lasciare le cose come stanno sbaglia", ha aggiunto, "perché non lavora per gli interessi degli italiani".
Renzi: "Mi ricandido a sindaco di Firenze" - "Lo ripeto: mi ricandiderò a sindaco di Firenze" ha poi ribadito Renzi sottolineando che, in questo modo, dimostrerà "di non voler fare le scarpe a Letta". Inoltre, il segretario del Pd non crede "che si rivoterà prima del 2015, quindi i miei 40 anni li festeggerò a Palazzo vecchio". Sull'ipotesi del rimpasto "il presidente Letta se decide fare dei cambiamenti benissimo, faccia lui ma l'idea che siccome ho vinto il congresso voglio "due ministri, un sottosegretario fa tanto vecchio stile io non farò mai una trattativa per due ministri: io voglio cambiare il Paese non il governo".
"Tassare le rendite finanziare" - Renzi torna inoltre sul tema del Job Act, il pacchetto di riforme che il Pd intende presentare entro la fine della prossima settimana, e si dice d'accordo ad aumentare la tassazione sulle rendite finanziare. "Sarà uno dei termini del termini dello "job act" che presenteremo" ha detto il segretario del Pd. "Se prendiamo un po' di piu' dalle transazioni - ha aggiunto - bene, a condizione che non aumentiamo la spesa e di abbassare le tasse sul lavoro, andando a ridurre l'Irap". Questo sarà "uno dei temi" del piano per il lavoro del Pd.
Nel Job Act taglio del costo dell'energia - Sempre nel Job Act il Pd proporà il taglio del 10% del costo dell'energia per le aziende. L'obiettivo è, dunque, quello di far pagare meno l'energia alle imprese rivedendo il rendimento fissato diversi anni fa dall'Authority. In sostanza, attualmente, la bolletta sull'energia ha tre voci: costo dell'energia; accise e costo di distribuzione fatta da società esterne come Terna e Snam. Un costo fissato dall'Authority per l'energia molti anni fa e mai aggiornato, con rendite fuori mercato. La proposta di Renzi prevede di abbassare del 20-30% questa rendita in modo da creare un risparmio per abbassare il costo dell'energia per le imprese.