Antonio Ingroia: "Mi candido come premier"

Politica

Il magistrato si presenterà alle elezioni con un lista sul cui simbolo ci sarà il suo nome e la scritta "Rivoluzione Civile" su sfondo arancione. Critiche a Pietro Grasso ("Fu scelto da Berlusconi") e appello a Grillo ("La porta è aperta")

Antonio Ingroia scioglie la riserva e si candida come premier alle elezioni politiche con una lista il cui simbolo è la scritta "Rivoluzione civile. Ingroia" su sfondo arancione. "Saremo milioni, perché vogliamo  fare una rivoluzione pacifica, una rivoluzione dei cittadini, una  rivoluzione civile per la quale abbiamo costituito una lista, per la  quale mi candido a premier" ha detto il magistrato nel corso della conferenza stampa, alla quale è arrivato accompagnato da Leoluca Orlando e Luigi De Magistris. Nella lista, ha annunciato, saranno candidati Franco La Torre, figlio di Pio, Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, Gabriella Stramaccioni coordinatrice di Libera.

Attacco a Pietro Grasso
- Nel corso della conferenza stampa il magistrato ha poi criticato Pietro Grasso, da poco candidato con il Pd, accusandolo di essere stato "scelto da Berlusconi (in qualità di procuratore nazionale anti mafia, ndr) in virtù di una legge con cui venne escluso Giancarlo Caselli, 'colpevole' di aver fatto processi sui rapporti tra mafia e politica". Ingroia ha poi ribadito il suo attacco, ricordando che Grasso "nel maggio 2012 voleva dare un premio al governo Berlusconi per essersi distinto nella lotta alla mafia".

"Bersani ha ignorato il mio appello" - Ingroia ha poi detto di essere "a fianco dei magistrati che hanno sollevato il conflitto di attribuzione sui provvedimenti del governo Monti riguardo l'Ilva. Rivendichiamo la politica della passione e della coerenza che il Pd sembra aver smarrito. Siamo noi a rappresentare questa storia che Bersani non ha dimostrato di voler portare avanti".
Secondo il magistrato "Bersani si è impantanato in una linea politica ambigua e contraddittoria nei confronti del governo Monti dimenticando storie come quelle di Pio La Torre e del suo impegno contro la mafia".
Ingroia ha poi polemizzato con il leader del Pd: "Ha ignorato il mio appello a lui rivolto. Lo abbiamo cercato, non certo perché abbiamo bisogno di lui e abbiamo ricevuto risposte stravaganti. Evidentemente si sente il Padreterno, mentre Falcone e Borsellino mi rispondevano al primo squillo. Bersani in ogni caso una risposta politica l'ha data, non vuole una politica antimafia nuova e rivoluzionaria che sarebbe in grado di eliminare la criminalità. Il silenzio di Bersani è inequivoco, perché non vuole questa nostra scelta di eliminare mafia e corruzione". Nel suo lungo attacco al leader del Pd Ingroia è incorso in un lapsus quando invece di citare Bersani ha citato il nome del leader del Pdl, Silvio Berlusconi.

L'appello a Grillo: "La porta è aperta" - Un ultimo appello, infine al Movimento 5 stelle: "A Beppe Grillo dico 'la porta è aperta' per dare una sterzata vera al governo del Paese. L'unica preclusione che abbiamo è per Berlusconi e per Monti". Ma da Beppe Grillo è arrivata subito una chiusura. Porta aperta? "Lo ringrazio - ha scritto il leader del M5S su Twitter - ma, per favore, richiudila".


Ingroia ha poi aggiunto: "Noi siamo il vero voto utile". Come a Palermo e Napoli "noi conquisteremo il palazzo del governo", vogliamo fare "una rivoluzione pacifica e civile, saremo milioni".

Stop a lista arancione da Pisapia - Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dice però no a una lista arancione alle prossime elezioni, che considera "un'operazione pericolosa". "Condivido l'opinione - ha scritto su Facebook - di chi giudica le manovre intorno alla costituenda lista arancione un' appropriazione 'politicamente indebita"'. "All'orizzonte - ha spiegato Pisapia - vedo un pericolo: quello che il fenomeno politico più interessante, originale e promettente degli ultimi anni, germogliato dalle primarie, venga ucciso prima di diventare grande. Vedo il rischio che una nuova specie di leaderismo uccida la novità che consiste nella reale partecipazione collettiva".

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