Monti, Pdl in pressing. Berlusconi: "Abolirò l'Imu"

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Il Cavaliere: "Se il premier dirà sì, sarà il nostro candidato e riuniremo Casini, Montezemolo e La Destra". Poi promette di eliminare l'imposta sulla casa. Alfano: "Il presidente del Consiglio colga la chance". Rischio scissione nel partito

L'unica certezza della lunga giornata di domenica 16 del Pdl, più che mai diviso tra i montiani di "Italia Popolare" e gli "irriducibili" guidati da Giorgia Meloni e Guido Crosetto, è che Silvio Berlusconi è tornato in campo. Il Cavaliere va in pressing su Mario Monti affinché accetti di "federare" i moderati e "battere la sinistra come nel 94' ". Ma allo stesso tempo usa toni da campagna elettorale contro "la politica economica del governo dei tecnici", ribadendo che "l'Imu va assolutamente abolita" (VIDEO): tema, quest'ultimo, che gli valse l'inaspettato recupero nella campagna elettorale del 2006 contro Romano Prodi.

Alfano: "Monti ha chance che ebbe Berlusconi nel '94" -
Due posizioni, quelle espresse da Berlusconi, che il segretario del Pdl, Angelino Alfano, pare condividere appieno quando, parlando alla platea di "Italia popolare" a Roma, sfida la sinistra ("Credono di avere già vinto ma si sbagliano") e invia un messaggio a Monti: "La chance che nel 94' era di Berlusconi ora tocca a Monti raccoglierla - dice - La storia a volte offre circostanze irripetibili" (VIDEO). Berlusconi deve tener conto dei "mal di pancia" interni al Pdl. Nella riunione di "Italia Popolare" i montiani del partito (in sala ci sono Roberto Formigoni, Gianni Alemanno, Maurizio Lupi, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi) offrono al professore la loro leadership ed attaccano l'Udc di Pier Ferdinando Casini che - spiegano nei loro interventi - "alla fine vuole allearsi con la sinistra".

Il rischio scissione nel Pdl -
Berlusconi invia un messaggio ad apertura della manifestazione al teatro Olimpico di Roma. "Nell'attuale contesto il professor Monti potrà essere il federatore" dei moderati che sono "la maggioranza nel Paese", scrive. "Condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei".
Sono parole che non piacciono però all'altra ala del partito, quella riunita da Crosetto e dalla Meloni. "Il gigante e la bambina", come li hanno soprannominati affettuosamente i partecipanti alla riunione dell'Auditorium della Pace di Roma, al contrario giudicano che "Monti non sia l'orizzonte" e che "la candidatura di Berlusconi sarebbe un errore". Un ultimatum di minaccia di scissione.
Difficile che agli "irriducibili" anti-montiani siano bastate le dichiarazioni dello stesso Berlusconi quando nel pomeriggio su Canale 5 spiega che "cambiare orientamento della politica" fiscale "del governo dei tecnici che hanno preso alla lettera le indicazioni dell'Europa". "La ricetta" che la Germania propone - dice - "è qualcosa che se applicato ad una economia in sviluppo ha risultati ma su una economia già in crisi porta alla recessione".
Berlusconi - spiega chi gli è vicino - non è spaventato dall'idea che Monti possa presentarsi con una sua lista che, in base ai sondaggi che il Cav ha in mano, non rappresenterebbe un problema. Il vero pericolo - spiegano le stesse fonti - sarebbe la conseguente spaccatura del Pdl. Un pensiero sintetizzato, seppur non esplicitamente, da Cicchitto dal palco di "Italia Popolare": "Monti può vincere se aggrega i moderati - sottolinea - Farebbe errore se si mettesse a ritagliare forza da forza, perché‚ il centro è destinato ad avere vita difficile".

Il nodo Lombardia e il rapporto con la Lega -
Alla finestra c'è poi il rapporto con la Lega che rischia di mettere in crisi i rapporti interni nel Pdl. Ma anche le giunte di Veneto e Piemonte, ora guidate dal Carroccio. Quella più in bilico al momento sarebbe la giunta di Roberto Cota in Piemonte. Quanto alla Lombardia, Formigoni accusa il Carroccio di "aver tradito" ed aver fatto cadere la sua giunta: "Ora non può pretendere di indicare il candidato governatore del centrodestra", aggiunge il "Celeste" indicando l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, come l'uomo giusto per il Pirellone. Il Cavaliere gioca di rimessa e continua a mantenere un filo diretto con Maroni, al punto da rientrare a Milano proprio per incontrare il segretario del Carroccio. E sullo sfondo resta l'ipotesi di un ticket Maroni-Gelmini per il Pirellone.

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