Laziogate, il premier: "Situazione inaccettabile"

Politica

Monti riceve il governatore Polverini e manifesta il suo disappunto per la gestione politica dello scandalo dei fondi Pdl. Intanto si dimettono i consiglieri regionali di Pd, Idv e Sel. Resiste l'Udc. Alemanno: “Azzerare il centrodestra”

“La situazione è inaccettabile”. Il premier Mario Monti gela Renata Polverini. La presidente della Regione Lazio, alle prese da giorni con la bufera dello scandalo fondi Pdl, ha incontrato nella serata di domenica 23 settembre il presidente del Consiglio al termine di una nuova - l’ennesima - giornata turbolenta.
Poco prima del faccia a faccia a Palazzo Chigi, i consiglieri di quasi tutta l'opposizione (Pd, Idv e Sel) hanno rassegnato le loro dimissioni e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha chiesto di "azzerare" il centrodestra e di rifondarlo.
Il terremoto seguito all’inchiesta che vede indagato per peculato l’ex capogruppo del Pdl, Franco Fiorito, registra così la scossa più violenta degli ultimi giorni. E si torna a parlare con insistenza di dimissioni del governatore e quindi dell’intera giunta (Polverini aveva già annunciato un passo indietro la scorsa settimana ma sarebbe stata convinta a restare dallo stato maggiore del Pdl, in primis Silvio Berlusconi).

Monti: "Non devo essere io a risolvere problema politico" - Non arriva nemmeno l’agognato sostegno di Mario Monti. Anzi, fonti vicine al governo definiscono l’incontro richiesto dalla Polverini “irrituale”. E dalle indiscrezioni fuoriuscite dal faccia a faccia tra premier e governatore emerge la distanza tra i due. “Non può essere il premier – avrebbe detto Monti, come riportano alcuni quotidiani (da Repubblica al Corriere, passando per il Messaggero - QUI LA RASSEGNA STAMPA) – a risolvere un problema di natura politica. Non devo dirle io cosa fare, ma la situazione è inaccettabile”.

Le dimissioni dei consiglieri di opposizione - Nella serata di domenica i 14 consiglieri del Pd hanno firmato le loro dimissioni irrevocabili. Scelta adottata anche dai 5 consiglieri dell'Idv e dai 2 di Sel, da Federazione della Sinistra e Lista Civica dei Cittadini, mentre l'unico Verde, Angelo Bonelli, ha confermato la disponibilità a lasciare. I due radicali hanno fatto sapere che vedranno il da farsi: se mancheranno solo due firme per far decadere il consiglio, allora si dimetteranno anche loro.
L'obiettivo dei consiglieri del centrosinistra è di arrivare allo scioglimento del consiglio regionale e di marcare un netta discontinuità con il “sistema Fiorito”. Un obiettivo, però, che l'opposizione, senza l'apporto dell'Udc - che ha rinnovato il sostegno alla Polverini - non può centrare almeno stando ai numeri. Per provocare lo scioglimento del Consiglio, infatti, dovrebbero dimettersi 36 consiglieri su 70 e l'opposizione è arrivata finora a quota 28. Ma è proprio la posizione dei centristi, tiepida a livello nazionale, che potrebbe essere alla fine decisiva per le scelte della governatrice.

Alemanno solleva la "questione morale" - Un'altra scossa arriva dal sindaco Gianni Alemanno che va dritto al cuore della “questione morale” aperta dallo scandalo che ha travolto il Pdl regionale. "Dobbiamo guardarci in faccia - dice - e aprire un dibattito serio, non dilatorio. Credo serva un azzeramento totale all'interno del centrodestra. Dobbiamo rifondare una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, o di riferimenti politici ma anche di comportamenti che rendono credibili questi valori di fondo come persone, famiglia, nazione e merito. Non possiamo continuare a vivere di espedienti".

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