Ilva, Clini: "La sentenza ha compromesso il nostro lavoro"

Politica

Il ministro a SkyTG24 critica la decisione dei giudici: "Vanno rispettati i ruoli". Il sottosegretario Catricalà annuncia che il governo si rivolgerà alla Consulta. Intanto Severino acquisisce gli atti del gip e i sindacati preparano nuove proteste

Il governo annuncia un possibile ricorso alla Consulta per contestare i provvedimenti della magistratura che rischiano di portare alla chiusura degli impianti dell'Ilva di Taranto. I partiti si dividono su questo delicato tema mentre l'associazione magistrati (Anm) reagisce difendendo il proprio operato ("doveroso intervenire") e ammonendo a rifuggire da "logiche di scontro, che rischiano di alimentare tensioni e non giovano all'individuazione di una giusta soluzione, nell'interesse dei cittadini".

Il governo è pronto a fare ricorso - Intanto, il governo Monti valuta l'ipotesi di sollevare il conflitto di attribuzione per 'menomazione' della politica industriale del governo. L'obiettivo è quello di chiudere al più presto e positivamente la vicenda che potrebbe portare al blocco di uno dei più importanti poli siderurgici d'Europa a vantaggio - è uno dei timori del Governo - di altri paesi come la Cina e la Germania, già pronti a rilevare le commesse cui l'Ilva non potrebbe fare più fronte in caso di chiusura degli impianti. Anche i sindacati scendono sul piede di guerra, gli operai bloccano la strada statale Taranto-Brindisi.
A Taranto il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, incontrando i sindacati, rende noto che l'azienda farà ricorso in ogni sede, anche alla Cassazione, ritenendo "inopportuni e inadeguati"i recenti provvedimenti del Gip ma al contempo dichiara disponibilità a venire incontro alle richieste dei custodi giudiziali nominati dal gip di Taranto.
Ad annunciare l'intenzione del governo di ricorrere alla Consulta è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà secondo il quale "la tutela della salute e dell'ambiente è un valore fondamentale che anche il governo vuole perseguire però alcune volte - spiega - queste sentenze non sembrano proporzionate al fine legittimo che vogliono perseguire". Tutelare occupazione e salute è la preoccupazione del Guardasigilli Paola Severino secondo la quale è necessaria una soluzione per contemperare esigenze diverse.

Clini a SkyTG24: "Sentenza che compromette il nostro lavoro" - In attesa dell'arrivo a Taranto dei ministri Passera e Clini inviati dal premier, si registra un duro botta e risposta tra l'Anm e il ministro dell'Ambiente che martedì 14 riferirà alla Camera.
Nel momento in cui all'Ilva di Taranto si è indicata "la strada della chiusura degli impianti del ciclo a caldo, il lavoro che abbiamo avviato viene compromesso in maniera significativa" ha dichiarato Corado Clini a SkyTG24. "Stiamo esercitando una competenza che ci deriva dalla legge e non stiamo facendo qualcosa di straordinario - ha insistito il ministro - e vorremmo che venisse rispettato il nostro ruolo che è quello di gestire le procedure di autorizzazione degli impianti industriali in funzione della protezione ambientale" mentre "il ruolo della magistratura è quello di sanzionare se non vengono rispettate le regole. Se c'è concorrenza di ruoli è chiaro che si crea confusione".
"La critica dei provvedimenti giudiziari è pienamente legittima - era stata la posizione dell'Anm - e costituisce anche uno stimolo all'operato della magistratura purché essa sia corretta e obiettiva, senza mai trascendere in giudizi che attengono alla sfera personale e privata".

Pdl col governo, Di Pietro accusa - A fianco del governo si schiera il Pdl con Gaetano Quagliariello che dichiara perplessità sull'ordinanza del Gip e giudicando con Stefano Saglia "giusto" il ricorso alla Consulta annunciato dal Governo.
Anche per il Pd, con Stefano Fassina, "la produzione non va fermata. Ma l'opposizione attacca con Antonio Di Pietro dell'Idv che accusa il governo e i partiti di difendere "logiche di profitto" e la Lega per la quale una soluzione c'è (serve un dl come per Acerra) ma il governo è in vacanza. Anche i Verdi scendono sul piede di guerra "pronti a ricorrere alla Corte di Giustizia europea "contro le ingerenze dell'Esecutivo nei confronti dei magistrati sulla vicenda Ilva".

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