Esenzione ticket per i disoccupati, retromarcia del governo

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Il ddl della riforma del lavoro attualmente prevede l’eliminazione della norma per favorire gli inoccupati. L’esecutivo: "E' stato un refuso. Sarà ripristinata con un emendamento”

Marcia indietro del governo sull'eliminazione dell'esenzione dai ticket sanitari per i disoccupati e le loro famiglie, prevista al momento dalla riforma del lavoro per finanziare l'Aspi, il nuovo sussidio di disoccupazione.

Il governo: è stato un refuso - "Il ministero del lavoro e delle politiche sociali precisa
che ha già rilevato il refuso e pertanto dà assicurazione che ne farà oggetto di una proposta emendativa da presentare durante l'iter parlamentare del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro", si legge in una nota dopo che la notizia ha cominciato a provocare proteste in rete e il Pd ha annunciato di voler abolire la norma.
L'articolo 64 del ddl (qui il documento integrale) presentato dal ministro Elsa Fornero abroga un comma di una legge del 1993 "che prevede l'esenzione dei disoccupati e dei loro familiari a carico dalla
partecipazione alla spesa sanitaria per l'acquisto dei farmaci essenziali, dei farmaci per malattie croniche e dei farmaci di rilevante interesse terapeutico, nonché dal pagamento delle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e delle altre prestazioni specialistiche, ivi comprese le prestazioni di fisiokinesiterapia e le cure termali", dice la relazione al testo.
Ciò, spiega il governo, "in ragione dell'estensione della platea dei beneficiari dei trattamenti di sostegno al reddito".

Il retromarcia dopo le polemiche - La misura però è stata subito contestata sui social network, in particolare Facebook e Twitter, soprattutto da giovani. La Cgil, con la segretaria confederale Vera Lamonica, parla di "incomprensibile ingiustizia". Prima che il ministero diffondesse la nota il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, aveva già annunciato "un emendamento soppressivo" da parte del partito.

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