Dopo Genova, Palermo: nuove primarie Pd ad alta tensione
PoliticaSono 4 gli aspiranti sindaci di centrosinistra nel capoluogo siciliano. Rita Borsellino è la favorita ma il partito è spaccato. Mentre a Taranto i democrats sembrano voler sostenere il sindaco uscente (Sel) senza primarie
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Questa volta, la strada sembrava tutta in discesa. Dopo la fine rovinosa dell’era Cammarata, i partiti del centrosinistra non avrebbero dovuto incontrare grosse difficoltà a eleggere il nuovo sindaco di Palermo. Ma a complicar le cose ci hanno pensato da soli. Trasformando le primarie del 4 marzo per la scelta del candidato, in uno scontro all’ultimo voto. Con spaccature interne ai partiti, accuse e sospetti reciproci. E il timore di ripetere l’esperienza di Genova. O peggio, quella di Napoli.
La candidata - Sia chiaro. Questa volta, al contrario di Genova, un candidato forte alla vittoria c’è. E’ l’europarlamentare Rita Borsellino, sostenuta dalle segreterie di Partito democratico, Italia dei valori e Sinistra e libertà.
Ma il percorso per arrivare alla sua candidatura è stato irto di ostacoli. E non ingannino le cronache del giro in autobus per il centro della città della signora Borsellino con Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e portavoce Idv. Era il giorno di San Valentino e Orlando, con una di quelle crasi in voga tra le star di Hollywood, univa i due nomi nello slogan: “Votate per Borsellando”. La verità è che fino all’ultimo proprio lui, l’ex sindaco, minacciava di disertare con il suo partito le primarie e presentarsi da solo alle elezioni alla testa dell’Idv, contro Borsellino.
Le tensioni sono durate per settimane. E a un certo punto pure i vendoliani di Sel avevano ritirato il loro sostegno alle primarie (ma non a Borsellino). Poi, l’accordo. Il Pd, dopo una serie di incontri di Pier Luigi Bersani, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, ha deciso di cedere alla condizione posta fin dall’inizio da Orlando: escludere ogni possibile intesa col Terzo polo. Bersani e quella parte dei democrat che puntano su Borsellino per vincere al primo turno Palazzo delle Aquile, hanno garantito: anche al ballottaggio il centrosinistra andrà da solo. E così Orlando ha ritirato la sua candidatura e affiancato a Borsellino come vice il senatore idv Fabio Giambrone.
La frattura Pd – Ma il Pd sta pagando un prezzo di divisioni e tensioni, per la scelta del sostegno unitario a Borsellino. E non tanto perché l’eurodeputata non ha neanche la tessera del Pd e, tra i partiti, è più vicina a Sel. Quanto perché l’esclusione di accordi col Terzo polo non è andata giù a quei democrat che con più convinzione sostengono la giunta di Raffaele Lombardo in Regione.
Il dissenso si è già tradotto in una mozione di sfiducia con 188 firme nei confronti del segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo, promotore di Borsellino e accusato dal capogruppo all’Ars Antonello Cracolici e dal senatore Beppe Lumia, di avere “tradito” le indicazioni della direzione regionale favorevoli alle larghe alleanze.
Non solo. Quest’area del partito ha deciso di sostenere alle primarie un altro candidato: Fabrizio Ferrandelli, ex capogruppo Idv in Consiglio comunale, ‘scomunicato’ dall’Idv dopo aver deciso di candidarsi in contrapposizione a Orlando, senza l’avallo del partito.
Gli outsider – E non finisce qui. Perché oltre a Ferrandelli, altri due candidati sfideranno Borsellino. C’è Antonella Monastra, consigliere comunale di ‘Un’altra storia’, il movimento creato dall’eurodeputata. E c’è anche Davide Faraone, l’unico pretendente con tessera Pd: consigliere comunale sostenuto da Matteo Renzi (che sabato sarà con lui a Palermo) e in campo da mesi come ‘outsider’, mirante a scompaginare i piani dei partiti.
Ed è proprio Faraone ad infiammare subito i toni della campagna per le primarie con una polemica su un presunto ‘aiuto’ del Pd alla candidata ufficiale. “E’ scandaloso e scorretto che il Pd nazionale, il mio partito finanzi la campagna elettorale di Borsellino – denuncia – Capisco che Bersani, dopo la debacle di Genova, si gioca tutto a Palermo. Ma lo invito a non ‘drogare’ le primarie e dare a tutti la possibilità di concorrere alla pari”. Subito arriva la replica del tesoriere nazionale del partito, Antonio Misiani: “Non eroghiamo alcun contributo ai singoli candidati. Qualunque illazione è priva di fondamento”. Ma Faraone non ritira le accuse, al contrario: “Certo, se il tesoriere non sa che da Roma sono già arrivati i soldi per Borsellino, il partito ha un problema”.
Il caso Taranto – Intanto, l’eco di nuove polemiche arriva per il Pd da Taranto. Dove il partito di Bersani sembra orientato a non indire le primarie. E sostenere per una ricandidatura il sindaco uscente ed esponente di Sel Ippazio (Ezio) Stefano, che nel 2008 aveva stracciato al ballottaggio il candidato di Ds e Margherita Gianni Florido.
Lo stesso Vendola, fervido sostenitore del metodo primarie, ha affermato che in questo caso la consultazione non è necessaria, considerata la “straordinaria opera di cambiamento” avviata da Stefano. Ma c'è chi sibila il sospetto che il Pd voglia evitare una nuova vittoria alle primarie del candidato vendoliano, dopo Genova. E c’è già chi chiede chiarimenti, come la deputata Pina Picierno: “Che poi vorrei sapere – scrive in un tweet – perché quando gli uscenti sono di Sel, al Pd passa la voglia di primarie”.
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La candidata - Sia chiaro. Questa volta, al contrario di Genova, un candidato forte alla vittoria c’è. E’ l’europarlamentare Rita Borsellino, sostenuta dalle segreterie di Partito democratico, Italia dei valori e Sinistra e libertà.
Ma il percorso per arrivare alla sua candidatura è stato irto di ostacoli. E non ingannino le cronache del giro in autobus per il centro della città della signora Borsellino con Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e portavoce Idv. Era il giorno di San Valentino e Orlando, con una di quelle crasi in voga tra le star di Hollywood, univa i due nomi nello slogan: “Votate per Borsellando”. La verità è che fino all’ultimo proprio lui, l’ex sindaco, minacciava di disertare con il suo partito le primarie e presentarsi da solo alle elezioni alla testa dell’Idv, contro Borsellino.
Le tensioni sono durate per settimane. E a un certo punto pure i vendoliani di Sel avevano ritirato il loro sostegno alle primarie (ma non a Borsellino). Poi, l’accordo. Il Pd, dopo una serie di incontri di Pier Luigi Bersani, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, ha deciso di cedere alla condizione posta fin dall’inizio da Orlando: escludere ogni possibile intesa col Terzo polo. Bersani e quella parte dei democrat che puntano su Borsellino per vincere al primo turno Palazzo delle Aquile, hanno garantito: anche al ballottaggio il centrosinistra andrà da solo. E così Orlando ha ritirato la sua candidatura e affiancato a Borsellino come vice il senatore idv Fabio Giambrone.
La frattura Pd – Ma il Pd sta pagando un prezzo di divisioni e tensioni, per la scelta del sostegno unitario a Borsellino. E non tanto perché l’eurodeputata non ha neanche la tessera del Pd e, tra i partiti, è più vicina a Sel. Quanto perché l’esclusione di accordi col Terzo polo non è andata giù a quei democrat che con più convinzione sostengono la giunta di Raffaele Lombardo in Regione.
Il dissenso si è già tradotto in una mozione di sfiducia con 188 firme nei confronti del segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo, promotore di Borsellino e accusato dal capogruppo all’Ars Antonello Cracolici e dal senatore Beppe Lumia, di avere “tradito” le indicazioni della direzione regionale favorevoli alle larghe alleanze.
Non solo. Quest’area del partito ha deciso di sostenere alle primarie un altro candidato: Fabrizio Ferrandelli, ex capogruppo Idv in Consiglio comunale, ‘scomunicato’ dall’Idv dopo aver deciso di candidarsi in contrapposizione a Orlando, senza l’avallo del partito.
Gli outsider – E non finisce qui. Perché oltre a Ferrandelli, altri due candidati sfideranno Borsellino. C’è Antonella Monastra, consigliere comunale di ‘Un’altra storia’, il movimento creato dall’eurodeputata. E c’è anche Davide Faraone, l’unico pretendente con tessera Pd: consigliere comunale sostenuto da Matteo Renzi (che sabato sarà con lui a Palermo) e in campo da mesi come ‘outsider’, mirante a scompaginare i piani dei partiti.
Ed è proprio Faraone ad infiammare subito i toni della campagna per le primarie con una polemica su un presunto ‘aiuto’ del Pd alla candidata ufficiale. “E’ scandaloso e scorretto che il Pd nazionale, il mio partito finanzi la campagna elettorale di Borsellino – denuncia – Capisco che Bersani, dopo la debacle di Genova, si gioca tutto a Palermo. Ma lo invito a non ‘drogare’ le primarie e dare a tutti la possibilità di concorrere alla pari”. Subito arriva la replica del tesoriere nazionale del partito, Antonio Misiani: “Non eroghiamo alcun contributo ai singoli candidati. Qualunque illazione è priva di fondamento”. Ma Faraone non ritira le accuse, al contrario: “Certo, se il tesoriere non sa che da Roma sono già arrivati i soldi per Borsellino, il partito ha un problema”.
Il caso Taranto – Intanto, l’eco di nuove polemiche arriva per il Pd da Taranto. Dove il partito di Bersani sembra orientato a non indire le primarie. E sostenere per una ricandidatura il sindaco uscente ed esponente di Sel Ippazio (Ezio) Stefano, che nel 2008 aveva stracciato al ballottaggio il candidato di Ds e Margherita Gianni Florido.
Lo stesso Vendola, fervido sostenitore del metodo primarie, ha affermato che in questo caso la consultazione non è necessaria, considerata la “straordinaria opera di cambiamento” avviata da Stefano. Ma c'è chi sibila il sospetto che il Pd voglia evitare una nuova vittoria alle primarie del candidato vendoliano, dopo Genova. E c’è già chi chiede chiarimenti, come la deputata Pina Picierno: “Che poi vorrei sapere – scrive in un tweet – perché quando gli uscenti sono di Sel, al Pd passa la voglia di primarie”.