Monti torna dagli Usa: "Penso di averli convinti"

Politica

Dopo la due giorni americana, il premier italiano rientra a Roma e si dice ottimista sul rapporto con la finanza internazionale. "Sono più determinato che mai a proseguire l'azione di riforma. Entro marzo la riforma del mercato del lavoro"

Dopo i tanti riconoscimenti incassati negli Stati Uniti Mario Monti torna a rivolgere lo sguardo all'Italia e alle misure ancora in cantiere, dicendosi "più determinato che mai" a proseguire l'azione sulle riforme.
Parole che suonano come un invito, ma anche come un monito a quanti in parlamento e fuori tentano di ostacolare l'esecutivo. Anche se il premier dice di non essere per nulla preoccupato dalla montagna di emendamenti piovuti sul pacchetto liberalizzazioni. Evidentemente gli sono arrivate rassicurazioni in merito dall'Italia.
Anche sull'altro fronte caldo, quello della riforma del lavoro, le sue dichiarazioni sono estremamente chiare: "Intendiamo portare a termine, speriamo con il sostegno delle forze sociali, la riforma entro marzo" per rendere più "flessibile" il mercato del lavoro, afferma Monti in una intervista alla Cnbc.

Dopo l'incontro alla Casa Bianca con Barack Obama, la giornata newyorkese di venerdì 10 febbraio del presidente del Consiglio è dedicata soprattutto ai mercati. L'obiettivo di convincere gli investitori a puntare sull'Italia ed in particolare sui suoi titoli di Stato pare riuscito. "Penso di averli convinti, c'è molto interesse per il nostro Paese", spiega dopo aver incontrato il gotha della finanza Usa.
Del resto, i Bot sono particolarmente redditizi visti i tassi di interesse. Che, avverte Monti invitando implicitamente gli investitori a fare in fretta, sono scesi e continueranno a scendere grazie alle misure del governo. Certo, i risultati dell'azione di lobbyng si vedono prima sul fronte politico, che sui mercati. Perché per investire ci vuole più tempo che a fare una dichiarazione di "sostegno politico", pur fondamentale, come quella del presidente Usa.

Sul fronte europeo, il presidente del Consiglio appare ottimista: non prevede il fallimento della Grecia, né la sua uscita dall'euro. Quanto all'ipotesi che l'Italia esca dalla moneta unica, la ritiene pura "fiction" visto la distanza che, in questi mesi, si è creata fra la situazione di Roma e quella di Atene . Anche perché, nonostante le previsioni non rosee, i conti pubblici saranno in pareggio nel 2013 come promesso.
Quanto al versante italiano, oscilla fra la persuasione e il monito. In un'intervista al canale finanziario Cnbc sostiene che gli investitori possono stare tranquilli anche sul dopo 'governo tecnico' perché i partiti non torneranno indietro dalle riforme. Non solo perché il costo politico lo ha pagato l'attuale esecutivo, ma anche perché gli italiani, stanchi delle risse, si sono già abituati a governi che si preoccupano di risolvere i problemi non a insultarsi.

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