Carceri, botta e risposta tra governo e polizia

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Il prefetto Cirillo critica le norme svuota-penitenziari del ministro della Giustizia Severino: le camere di sicurezza delle caserme sono insufficienti, i braccialetti inutilizzabili e obsoleti. La replica: "Scelte condivise con il Viminale"

Camere di sicurezza inadatte alla detenzione, braccialetti elettronici insufficienti nel numero e vetusti per tecnologia.
Il vicecapo della polizia, prefetto Francesco Cirillo, boccia le norme 'svuota carcere' varate dal governo e innesca una polemicaa distanza con il ministro della Giustizia Paola Severino, che difende le sue scelte sottolineando come esse siano il frutto di un confronto con il ministero dell'Interno e come siano state condivise dal Viminale alla presenza dei vertici della polizia.

A Palazzo Madama è convocata la Commissione Giustizia per dare corso, il più velocemente possibile, alla conversione in legge dei decreti.
A spingere il presidente della Commissione Filippo Berselli a richiamare i senatori alla ferie in anticipo rispetto a quanto previsto sono stati i recenti casi di suicidio in carcere. Ma ad aprire i lavori della Commissione è l'audizione del prefetto Cirillo per il quale le camere di sicurezza sono costose e il personale di polizia non è addestrato per gestire la detenzione degli arrestati.

Non solo: le camere di sicurezza presenti in caserme e commissariati non sarebbero nemmeno sufficienti a contenere tutti i detenuti: quelle "agibili" per Cirillo non sarebbero più di 1.057.
Riserve anche sui braccialetti elettronici previsti dal decreto per a localizzazione dei detenuti agli arresti domiciliari: non hanno il Gps e dunque, per Cirillo, sono inutilizzabili.

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