Dopo gli insulti di Bossi rivolti al sindaco di Verona Tosi, l'eurodeputato nega spaccature all'interno della Lega e accusa gli alleati. Ma Maroni lo contraddice: "Divisioni? Qualche cosa di vero c'è"
"Sì, siamo al bivio, ma non tra fazioni interne della Lega, come scrivete voi; ma sul federalismo e sull'indipendenza della Padania. Bossi non deve decidere se epurare o fare un passo indietro".
In un'intervista al quotidiano Libero, ll'eurodeputato leghista Matteo Salvini nega scontri e divisioni, come del resto aveva già fatto il governatore piemontese Cota, dopo gli insulti rivolti da Bossi al sindaco di Verona Tosi.
Salvini, senza troppi giri di parole, avverte: "Il nostro guaio è il Pdl". Poi nega un appannamento del Carroccio dovuta a una perdita di potere di Umberto Bossi. "Bossi - assicura - è un gran leader . Grazie a lui la Lega è stata in grado di produrre un'ottima classe dirigente. La squadra c'è".
In questo momento però, aggiunge, "è necessario mettere da parte i protagonismi e le lotte personali".
"La Lega è stata e sarà sempre Bossi. Non esistono divergenze sulla linea politica. Se mai sul rapporto con Berlusconi. Per strada, sulla radio o sul tram, la gente è stufa. Il nostro matrimonio con il Pdl è di interesse e non d'amore, l'abbiamo fatto per portare a casa il federalismo ma siamo all'89 e la partita è ancora sullo 0 a 0".
Un'analisi decisamente diversa da quella che fa un altro leghista, il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Qualche cosa di vero c'è - dice - ma le cose non stanno proprio come scrivono i giornali".
"Noi però siamo una grande famiglia - ha aggiunto il ministro - non credete a quello che scrivono sulla Lega su divisioni e su luoghi comuni che si perpetuano".
In un'intervista al quotidiano Libero, ll'eurodeputato leghista Matteo Salvini nega scontri e divisioni, come del resto aveva già fatto il governatore piemontese Cota, dopo gli insulti rivolti da Bossi al sindaco di Verona Tosi.
Salvini, senza troppi giri di parole, avverte: "Il nostro guaio è il Pdl". Poi nega un appannamento del Carroccio dovuta a una perdita di potere di Umberto Bossi. "Bossi - assicura - è un gran leader . Grazie a lui la Lega è stata in grado di produrre un'ottima classe dirigente. La squadra c'è".
In questo momento però, aggiunge, "è necessario mettere da parte i protagonismi e le lotte personali".
"La Lega è stata e sarà sempre Bossi. Non esistono divergenze sulla linea politica. Se mai sul rapporto con Berlusconi. Per strada, sulla radio o sul tram, la gente è stufa. Il nostro matrimonio con il Pdl è di interesse e non d'amore, l'abbiamo fatto per portare a casa il federalismo ma siamo all'89 e la partita è ancora sullo 0 a 0".
Un'analisi decisamente diversa da quella che fa un altro leghista, il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Qualche cosa di vero c'è - dice - ma le cose non stanno proprio come scrivono i giornali".
"Noi però siamo una grande famiglia - ha aggiunto il ministro - non credete a quello che scrivono sulla Lega su divisioni e su luoghi comuni che si perpetuano".