Berlusconi: "Lascio solo in caso di sfiducia. Che escludo"

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Silvio Berlusconi

Il presidente del Consiglio: "Non mi dimetto, viviamo in uno Stato di polizia." Poi aggiunge: "Riforme non fatte per colpa di Fini e Casini". Bersani: "A due passi dal delirio". AUDIO

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Dimettersi? Mai. Piuttosto prepararsi al voto del 2013, dove il Pdl si presenterà con le carte in regola. Silvio Berlusconi interviene telefonicamente a due feste del Pdl, a Cuneo nel pomeriggio e a Bisceglie, in Puglia, la sera, e detta la linea. Sempre la stessa: si va avanti, nessun passo indietro (nonostante le richieste arrivate pochi minuti prima dai leader di Udc e Fli, Casini e Fini).
"Ogni giorno ci chiedono un passo indietro - dice il premier al telefono, intervenendo alla manifestazione piemontese (video in fondo alla pagina) - Stiano tranquilli perché non possiamo andare dietro alle aspettative dei media e dell'opposizione. Non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia in Parlamento, che io escludo". Un concetto che viene ribadito la sera, con una telefonata a un evento del Pdl a Bisceglie (video qui sopra).

"Non siamo un paese civile" - "Dobbiamo tornare ad essere un Paese civile ed oggi non lo siamo – ha continuato riferendosi al tema delle intercettazioni – Quando chiamate qualcuno non sentite la morsa di uno Stato di polizia? In questo momento lo Stato non lo sentiamo più come una tutela della libertà, è molto importante procedere con la riforma per recuperare il senso di libertà”.

Misure per la crescita - Silvio Berlusconi poi si sofferma sull'economia: "Ho dovuto mettere insieme una manovra da 54 miliardi avendo a disposizione solo tre giorni e mezzo. Abbiamo fatto un miracolo", dice il Cavaliere, "l'abbiamo migliorata, non siamo andati in confusione. Non c'è stato un caos nel governo", afferma ancora il premier. "Giornali, opposizioni si sono scatenati, ma noi abbiamo solo migliorato la manovra. Nei tre anni di nostro governo abbiamo varato un'azione continua di risanamento dei conti pubblici", ricorda Berlusconi.
"In settimana esamineremo le misure per la crescita e lo sviluppo e con questo decreto dimostreremo che il governo sta sempre lavorando sodo per l'Italia".

"Se vince la sinistra il credito dell'Italia si inabissa" - "Ci presenteremo alle prossime elezioni con un programma che ci farà avere la fiducia degli italiani”. "Io sono assolutamente convinto che tra un anno e mezzo il Pdl si presenterà con le carte in regole per avere dai cittadini di nuovo il mandato a governare", ha continuato il premier. Anche perché "se vince la sinistra il credito dell'Italia si inabissa".

Bersani: "A due passi dal delirio" - Parole quelle del presidente del Consiglio che vengono bollate  come "fuori dalla realtà" dalle opposizioni. Per il segretario del  Pd, Pier Luigi Bersani, "le dichiarazioni zuccherose di Berlusconi  sono a due passi dal delirio" e conferma, rivolto a quanti sono in  sofferenza nella maggioranza, che i democratici sono pronti a  sostenere un governo d'emergenza.
"Davanti a noi c'è il passaggio più arduo dal dopoguerra a oggi" e il Pd, dice il segretario, "nel segno  dell'equità e della crescita, è pronto a prendersi le sue responsabilità a sostegno di un governo di emergenza e di transizione. Chi, per puro egoismo, ostacola testardamente questa scelta; chi testardamente impedisce ogni cambiamento si prende a  questo punto una responsabilità storica".

Casini e Fini chiedono le dimissioni - E nello stesso giorno in cui Berlusconi afferma di tirare dritto per la sua strada, i leader del Terzo Polo tornano a chiedere un passo indietro. Pier Ferdinando Casini (Udc) è netto: "Non vedo come si possa andare avanti con un governo assente e indifferente a quelle che sono le questioni reali del Paese".
Il leader di Futuro e Libertà, invece, intervenuto a SkyTG24 (GUARDA IL VIDEO), dice: "Berlusconi non può considerarsi al di sopra della legge".

Berlusconi: "Opposizione sfascista"
- In serata, poi, intervenendo a una festa del Pdl in Puglia, il presidente del Consiglio è tornato ad attacare l'opposizione, defininendola "sfascista" e concentrata "solo al proprio tornaconto". Ed ancora: durante il varo della manovra "l'opposizione e i giornali hanno fatto un lavoro di danno all'Italia". Parlando via telefono a una manifestazione a Bisceglie, il Cavaliere ha aggiunto che "cadono le braccia vedendo come si comportano l'oppisizione e i giornali, non solo quelli di sinistra ma tutti i grandi giornali italiani". Per il premier "i giornali fanno da eco all'opposizione. "Le belle orchestre dell'opposizione hanno detto - aggiunge il premier - che non c'erano misure per lo sviluppo nella manovra, eppure siamo riusciti anche in questo". "Arriveremo a fine legislatura - ha quindi concluso Berlusconi - nessuna intenzione di fare un passo indietro, faremo molti passi in avanti. Se vogliono mandarci a casa devono farci un voto di sfiducia in Parlamento, cosa credo che non sia possibile".

Berlusconi: "Riforme non fatte per colpa di Fini e Casini" - Dopo aver attaccato Fini e Casini ("La nostra colpa è stata quella di non essere riusciti a far prima tante cose per colpa dei freni che avevamo nel governo") e il centrosinistra ("Gli attuali leader non solo sono in disaccordo tra loro ma non hanno dietro uno straccio di successore"), Berlusconi annuncia poi una nuova stagione anche per il Popolo della Liberta': "Stiamo lavorando a un progetto di rinnovamento che è cominciato con la nomina a segretario di Alfano. Daremo avvio a una nuova fase di partecipazione che vedrà protagonisti i nostri elettori ed i simpatizzanti. Avranno la possibilità di partecipare alle iniziative e alle decisioni e di collaborare nelle scelte perché noi siamo un grande partito di popolo".


L'intervento di Berlusconi a Cuneo:



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