Per il leader di Sel il no alle nuove misure varate dal governo rilancia l’opposizione. “C’è una larga convergenza sul carattere classista degli interventi. Ad autunno torneremo in piazza. Il voto non ha alternative” dice intervistato da l’Unità
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Lo stile di Nichi Vendola: FOTO
"L'unico modo per voltare pagina è licenziare il governo Bisignani-Milanese (rispettivamente l’ex giornalista e uomo d’affari ai domiciliari per l’inchiesta P4 e il deputato Pdl per il quale la Procura di Napoli ha chiesto l’arresto, ndr) e andare al voto. Il centrosinistra è uno straordinario potenziale, ora servono segnali chiari: una grande manifestazione in autunno per dire che siamo in campo, che vogliamo coinvolgere da protagonisti i movimenti, dalle donne ai precari". Lo dice in un’intervista a l'Unità il leader di Sel Nichi Vendola.
Nel centrosinistra "c'è una larga convergenza sul carattere classista di questa manovra, dalla Cei a molte aree moderate - continua Nichi Vendola - La svolta è matura nella società, ora è il momento di scrivere un'agenda comune e di aprire il cantiere dell'alternativa con al centro la questione sociale e morale. Altrimenti, se la politica non sarà in grado di catalizzare la rabbia e la speranza, rischiamo che prevalgano nuovi blocchi d'ordine". Poi, il governatore della Puglia auspica "una legge per tornare al Mattarellum", boccia l'ipotesi di un governo istituzionale, perché "non c'è spazio per formule tecnocratiche o diversivi tipici del trasformismo", e invita l'Udc a fare "chiarezza" definendo "non più sostenibile l'equidistanza tra centrosinistra e Berlusconi".
Per il leader di Sel "esiste lo spazio per ricontrattare tempi e modi per raggiungere il pareggio di bilancio". La manovra, prosegue, è "di perfetta macelleria sociale", mentre il peso andrebbe "messo per intero sulle spalle della ricchezza, della rendita, dell'evasione". "Se è vero che il debito è una malattia, bisogna sapere anche che i farmaci liberisti rischiano di uccidere il malato. Se massacri i ceti medio-bassi, stroncando la crescita, i conti non torneranno mai. Lo devono capire i vari Tremonti d'Europa". L'Europa, aggiunge Vendola, "sta morendo; è dominata dal protagonismo delle destre antieuropeiste e dal rancore delle giovani generazioni sempre più incompatibili con il patto di stabilità. Giovani generazioni considerate dai teorici dell'austerità come un tema irrilevante rispetto ai debiti pubblici".
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