La modifica renderebbe di fatto superato il referendum del 12 giugno. Paolo Romani: "Il futuro è nelle energie rinnovabili". L'Idv: "Un colpo di mano per truffare i cittadini. Si cerca di far fallire le altre consultazioni popolari". VIDEO
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Avanti tutta, anzi no: il governo e il nucleare
(in fondo al pezzo tutti i video sui referendum di giugno)
Stop del governo al programma sul nucleare. Il governo ha depositato in aula al Senato un emendamento al decreto legge Omnibus che, bloccando tutte le norme per la costruzione delle nuove centrali, mira a superare il referendum del 12 giugno prossimo. Il testo va oltre la moratoria di 12 mesi già prevista nel decreto all'articolo 5. Secondo alcune fonti vicine al governo, l'esecutivo teme infatti gli esiti della consultazione popolare dopo il disastro giapponese di Fukushima Daichii, la centrale nucleare danneggiata dallo tsunami dell'11 marzo scorso.
L'emendamento stabilisce che "non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare". Il decreto Omnibus dovrebbe essere approvato in prima lettura dal Senato entro mercoledì e andrà poi all'esame della Camera.
Governo: "Verrà definita una nuova strategia energetica" - A confermare l'indiscrezione, una nota di Palazzo Chigi nella quale si legge che "con l'emendamento viene affidato al Consiglio dei Ministri la definizione di una nuova strategia energetica nazionale".
Paolo Romani - "Il futuro è nelle rinnovabili e nell'energia verde" - "E' adesso importante andare avanti e guardare al futuro, impiegando le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle rinnovabili e dell'energia verde", dice il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, (che ancora lo scorso 15 marzo sosteneva a proposito delle centrali che fosse "inimmaginabile tornare indietro su un percorso già intrapreso"). Il ministro ha poi sottolineato l'intenzione del governo di "presentare al più presto, nell'ambito della conferenza per l'energia che convocheremo subito dopo l'estate, una nuova strategia energetica che rafforzi e potenzi il sistema produttivo ed energetico italiano per il prossimo ventennio".
Di Pietro: "Così si truffano i cittadini" - Dura la reazione dell'Idv, promotore del referendum del 12 giugno. "Il governo tenta, con l'emendamento che blocca la costruzione di centrali nucleari, di truffare con un colpo di mano i cittadini e evitare il referendum" sostiene Antonio Di Pietro. Secondo l'ex magistrato "la paura fa novanta e si teme che il referendum sul nucleare trascini con sé anche quello, ben più temuto dal premier, sul legittimo impedimento".
Critico anche il commento di Bersani secondo cui l'emendamento al decreto omnibus "è un pretesto, un tentativo di far mancare l'attenzione necessaria sui referendum ma, assieme a questo, è una sconfessione delle politiche del governo".
Lega Nord: "Scelta opportuna" - Di tutt'altro tenore le reazioni della Lega. "Credo che un momento di chiarimento sul nucleare sia necessario" sostiene Roberto Calderoli e invita ad un "momento di riflessione sulle scelte energetiche" dell'Italia. "La scelta del governo è opportuna - aggiunge - già in Consiglio dei Ministri avevamo chiesto un rinvio di un anno, una decisione che evidenzia quanto sia doverosa una attenta riflessione". L'emendamento dell'esecutivo al decreto legge omnibus al Senato che abroga le "disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari", secondo il ministro leghista, è "un inizio". Ma questo significa che l'Italia abbandonerà la 'opzione' nucleare? "Oggi è così...", replica Calderoli.
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