Di nuovo scintille tra gli ex alleati. Il premier parla di un "disegno eversivo" del presidente della Camera, mentre il leader di Fli ricorda che "chi ha vinto le elezioni non può dirsi sopra la legge"
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Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini tornano a fare scintille. Dopo il voto di fiducia ottenuto per il rotto della cuffia lo scorso 14 dicembre i due cofondatori del Pdl ed ex alleati avevano messo da parte gli attacchi diretti l'uno contro l'altro, preferendo mandare avanti i rispettivi luogotenenti. Ma l'acuirsi della crisi del caso Ruby ha riportato i due leader a sfidarsi a visto aperto.
"Non fuggo e non mi dimetto" - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un collegamento telefonico a un convegno del Pdl è tornato a ribadire di non aver nessuna intenzione di lasciare. Il premier ha anche definito la situazione attuale "insieme grave e paradossale". Berlusconi ha denunciato il "ricorso all'arma impropria dell'uso politico della giustizia". "Ho reagito a un'autentica aggressione - ha aggiunto - e non fuggo e non mi dimetto. Per l'Udc e Fli ora sarei io che aggredisco perchè reagisco a un autentico tentativo eversivo".
Poi l'affondo diretto nei confronti del presidente della Camera. "Dal 2008 al 2010 Fini ha bocciato, non a caso, qualsiasi possibilità di riforma della giustizia, a partire, guarda caso, dalla legge sulle intercettazioni - ha detto - poi, sempre non a caso, è stata messa in atto la scissione di Futuro e Libertà. L'intento era quello di mettere in minoranza il nostro governo, eletto dagli italiani. Poi il disegno eversivo è fallito, con il voto alla Camera e al Senato del 14 dicembre. E allora subito è partita l'operazione giudiziaria".
Fini: "Da Berlusconi una richiesta di impunità" - Da Reggio Calabria, dove si trovava per un convegno sulla legalità, ha risposto Gianfranco Fini, che ha ricordato come "chi ha vinto le elezioni non può pensare di essere al di sopra della legge". "Il giustizialismo è un male - ha proseguito il presidente della Camera - ma non può esserci giustizialismo quando si ribadisce chiaramente che la presunzione di innocenza non possa essere confusa con la presunzione di impunità".
"La magistratura accerterà tutto - ha continuato il leader di Fli - ma in politica c'è anche un problema di opportunità. Un movimento che vuole rappresentare certi valori deve dire che tutti sono uguali davanti alla legge e che chi sbaglia paga. Quando si è oggetto di indagini complesse, che gettano una luce particolarmente negativa, dire 'non mi muovo' o 'non considero possibile essere sottoposto ai magistrati' è una richiesta evidente di impunità".
E riguardo alla accusa da parte del premier di non aver permesso la riforma della giustizia Fini non ha risparmiato l'arma dell'ironia: "Ringrazio il presidente del Consiglio Berlusconi che oggi mi ha riconosciuto davanti agli italiani il merito di aver bloccato il processo breve. Sono convinto, infatti, che non può essere accettata una norma che va contro la Costituzione".
L'intervento di Gianfranco Fini:
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E riguardo alla accusa da parte del premier di non aver permesso la riforma della giustizia Fini non ha risparmiato l'arma dell'ironia: "Ringrazio il presidente del Consiglio Berlusconi che oggi mi ha riconosciuto davanti agli italiani il merito di aver bloccato il processo breve. Sono convinto, infatti, che non può essere accettata una norma che va contro la Costituzione".
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