Il premier sarebbe in attesa del discorso del cofondatore del Pdl domenica a Mirabello per capire quale strategia adottare. Da Bocchino, intanto, arrivano nuove bordate contro il processo breve
Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
Pdl, c’eravamo tanto amati. IL VIDEO
Basta con i 'falchi' e i 'falchetti', le 'sparate' dei vari Bocchino e Granata non mi interessano: quello che conta è ciò che dirà Gianfranco Fini a Mirabello. Tutto il resto non ha la minima importanza. E' il ragionamento che il premier Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da autorevoli fonti del centrodestra, ha ripetuto in queste ore a proposito dei rapporti con i finiani. Chi lo ha incontrato parla di un Cavaliere "stanco" di dare retta alle dichiarazioni di chi, a suo dire, vuole soltanto gettare benzina sul fuoco. L'unica cosa che conta, ha ripetuto il premier a diversi interlocutori che gli hanno parlato fra ieri e oggi, è l'intervento che il presidente della Camera farà a Mirabello. "Il presidente Berlusconi - riassume un dirigente del Pdl che ha avuto modo di parlargli - è concentrato sull'azione di governo e sulla realizzazione dei cinque punti programmatici elaborati a fine estate". Le polemiche, aggiunge la stessa fonte, "non lo interessano minimamente".
Sulla stessa lunghezza d'onda Umberto Bossi che, uscendo da Palazzo Grazioli dove ha incontrato il premier, ha risposto a chi gli chiedeva se era possibile una riappacificazione con Fini: "Aspettiamo di vedere cosa dice domenica". E sul suo rapporto con il Cavaliere il Senatur ha detto: "Con Berlusconi è tutto a posto".
Ma intanto da uno dei cosidetti falchi, Italo Bocchino, arriva una nuova bordata contro il processo breve. Rispondendo a Ignazio La Russa, secondo il quale la Camera dovrebbe approvare il testo licenziato dal Senato, l'esponente di Fli ha detto: "La Camera non è notaio del Senato, non si può pretendere che si voti lo stesso testo uscito dal Senato. Il testo cos' com'è per noi è da modificare. Non può essere votato a scatola chiusa e non accettiamo che ci venga dato un aut-aut di questo tipo".
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Basta con i 'falchi' e i 'falchetti', le 'sparate' dei vari Bocchino e Granata non mi interessano: quello che conta è ciò che dirà Gianfranco Fini a Mirabello. Tutto il resto non ha la minima importanza. E' il ragionamento che il premier Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da autorevoli fonti del centrodestra, ha ripetuto in queste ore a proposito dei rapporti con i finiani. Chi lo ha incontrato parla di un Cavaliere "stanco" di dare retta alle dichiarazioni di chi, a suo dire, vuole soltanto gettare benzina sul fuoco. L'unica cosa che conta, ha ripetuto il premier a diversi interlocutori che gli hanno parlato fra ieri e oggi, è l'intervento che il presidente della Camera farà a Mirabello. "Il presidente Berlusconi - riassume un dirigente del Pdl che ha avuto modo di parlargli - è concentrato sull'azione di governo e sulla realizzazione dei cinque punti programmatici elaborati a fine estate". Le polemiche, aggiunge la stessa fonte, "non lo interessano minimamente".
Sulla stessa lunghezza d'onda Umberto Bossi che, uscendo da Palazzo Grazioli dove ha incontrato il premier, ha risposto a chi gli chiedeva se era possibile una riappacificazione con Fini: "Aspettiamo di vedere cosa dice domenica". E sul suo rapporto con il Cavaliere il Senatur ha detto: "Con Berlusconi è tutto a posto".
Ma intanto da uno dei cosidetti falchi, Italo Bocchino, arriva una nuova bordata contro il processo breve. Rispondendo a Ignazio La Russa, secondo il quale la Camera dovrebbe approvare il testo licenziato dal Senato, l'esponente di Fli ha detto: "La Camera non è notaio del Senato, non si può pretendere che si voti lo stesso testo uscito dal Senato. Il testo cos' com'è per noi è da modificare. Non può essere votato a scatola chiusa e non accettiamo che ci venga dato un aut-aut di questo tipo".