Bossi-Casini, provocazioni e insulti
Politica"E' uno str...", dichiara il Senatur (GUARDA IL VIDEO) del leader Udc che gli aveva dato del "trafficante di banche e quote latte". E la tensione cresce in tutto l'arco parlamentare
"Casini è uno stronzo. Casini è come quelli che non potendo avere meriti e qualità insultano gli altri". Così ieri sera Umberto Bossi ha messa la pietra tombale su un possibile allargamento della maggioranza all'Udc durante una festa della Lega Nord a Verdello (Bergamo). "Casini - ha aggiunto - è quel che rimane dei democristiani, di quei furfanti e farabutti che tradivano il nord". Alta, altissima tensione tra Udc e Lega.
Tutto era cominciato in giornata. Mentre il Carroccio insisteva per il ricorso alle urne ("magari già a dicembre", ripete Umberto Bossi), indirizzando un altolà al premier contro ogni ipotesi di nuove alleanze con i centristi, l'Udc rispondevava con durezza agli attacchi del senatur: "Che Bossi, noto trafficante in banche e quote latte, insulti l'Udc - afferma in una nota la segreteria centrista - lo riteniamo molto utile per far capire agli italiani chi ostacola davvero i suoi progetti di occupazione del potere".
Una provocazione agli occhi di Bossi che ha lanciato il suo anatema elettorale contro i centristi ma anche contro Fini: si vada subito al voto, ha detto, contestando a Berlusconi di "tentennare troppo" assicurando che in caso di voto "polverizzeremo tutti questi qua"; basta - scandisce - "pagare dazi troppo alti" per ogni cosa che il governo intende fare subendo i condizionamenti di certi alleati che è meglio perdere che trovare. Meglio dunque andare "subito al voto".
I ferri corti tra centristi e Lega non sono una novità, anche se in serata esplode si alzano i toni. Bossi insulta e viene ringraziato ironicamente da Casini che invita tutti a evitare di affidare il Paese in mani del genere.
E davanti alla spinta alle elezioni di Bossi ("Berlusconi è troppo cauto") e agli "lo avevo detto" di Casini che suona la sveglia alla maggioranza ("si destino prima che sia troppo tardi"), il muro contro muro tra Udc e Lega chiude definitivamente i margini per un accoglimento della proposta avanzata dal finiano Italo Bocchino a Berlusconi di allargare la maggioranza ai centristi, ai moderati del Pd e all'Api di Rutelli. Diventano dunque datati gli avvertimenti di Lorenzo Cesa secondo il quale "o Berlusconi apre la crisi o è solo chiacchericcio".
Il segretario centrista, nel pomeriggio, si era infatti chiamato fuori dai problemi arrecati alla maggioranza dalle divergenze tra i Fini ed il premier ("riguarda gli interessati") e aveva ribadito la posizione del suo partito: "il problema dei rapporti tra la maggioranza e l'Udc, per quanto ci riguarda, è chiaro da tempo. Almeno da quando due anni fa abbiamo iniziato la nostra opposizione repubblicana in Parlamento. Il giorno in cui Berlusconi aprisse la crisi dimettendosi, valuteremo i nuovi scenari. Tutto il resto rientra nel pur legittimo chiacchiericcio estivo, ma non ci riguarda".
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Una provocazione agli occhi di Bossi che ha lanciato il suo anatema elettorale contro i centristi ma anche contro Fini: si vada subito al voto, ha detto, contestando a Berlusconi di "tentennare troppo" assicurando che in caso di voto "polverizzeremo tutti questi qua"; basta - scandisce - "pagare dazi troppo alti" per ogni cosa che il governo intende fare subendo i condizionamenti di certi alleati che è meglio perdere che trovare. Meglio dunque andare "subito al voto".
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