Dopo le turbolenze di governo e maggioranza il presidente del Consiglio promette: “Sono tornato e risolvo tutto io”. Poi accusa il presidente della Camera: “Il suo è un tradimento”. Bersani: “Il Ghe pensi mi' è causa problemi, non soluzione”
"Ho trovato un po' di ebollizione a casa, ma a partire da lunedì prenderò in mano la situazione con tutti i titoli dell'agenda politica: quelli della giustizia, delle intercettazioni, i temi della manovra economica e anche i temi che riguardano le correnti nei partiti''. Silvio Berlusconi interviene così,al Giornale radio Rai, sull'accesa dialettica interna la partito degli ultimi giorni. Ma, avverte il premier, ''se qualcuno pensa che le correnti possono provocare un raffreddore, in questo caso sono certo di evitarlo, di sicuro".
Ma nel Popolo delle Libertà c'è già chi parla di separazione. "Al punto in cui siamo - afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto - in un lasso ragionevole di tempo, o si definiscono in modo serio i termini di una convivenza fondata su atteggiamenti positivi e costruttivi, oppure sarà più ragionevole definire una separazione consensuale. In ogni caso i problemi serissimi che ci stanno davanti non consentono di passare il tempo in una dialettica basata sulle note d'agenzia". "D'ora in avanti - incalza Cicchitto - ci dovremo concentrare sul sostegno all'iniziativa politica e di governo di Berlusconi e sulla definizione di un complesso di riforme sul quale sviluppare l'azione politica e parlamentare''.
Dal canto suo Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera e finiano di ferro avverte: ''L'unica cosa certa è che mai e poi mai lasceremo il partito politico che abbiamo immaginato prima di altri e costruito con passione ed entusiasmo conferendogli un grande patrimonio storico, politico, culturale, di classe dirigente e di elettori". Bocchino accoglie poi con fiducia ''la notizia che il presidente Berlusconi in persona prenderà in mano da lunedì l'agenda delle questioni spinose di cui si sta dibattendo'' definendola ''positiva'' e, afferma, ''ci rende ottimisti circa l'accoglimento delle nostre proposte di modifica sulle intercettazioni e sulla manovra''.
Pd: “ Berlusconi non è la soluzione ma causa dei problemi”- "Il 'ghe pensi mi' di Berlusconi non e' soluzione ma causa dei problemi". Il Pd replica con una nota del capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, Filippo Penati, al "ritornello grottesco" ripetuto dal Premier questa sera nelle diverse interviste a Gr e Tg Rai e Mediaset. "Il presidente del Consiglio che torna sul ritornello del 'ghe pensi mi' è diventato grottesco.Finge di non sapere che è proprio la politica del 'ghe pensi mi' che ha portato alla situazione attuale, con il suo governo e la sua maggioranza in pieno stato confusionale e il Paese in balia della più grave crisi economica dal '29. Finora - sottolinea Penati- il 'ghe pensi mi' di Berlusconi si è tradotto nel penso a me, con le leggi ad personam, il bavaglio alle intercettazioni e alla libertà di stampa, gli attacchi alla magistratura e i ministri nominati per evitare i processi". "Come mai, tra una battuta e l'altra, Berlusconi non ha detto una parola sul gravissimo dato della disoccupazione giovanile in Italia o sulla protesta delle Regioni? Come mai nei suoi slogan non risuonano più i 'successi' dell'Aquila? La verità - conclude la nota del capo della segreteria del Pd- è che la solita offensiva mediatica a reti unificate e compiacenti, questa volta, si è trasformata nella prova più lampante della grave empasse, dalla quale non si intravede via d'uscita, in cui si trovano lui e il suo governo".
Ma nel Popolo delle Libertà c'è già chi parla di separazione. "Al punto in cui siamo - afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto - in un lasso ragionevole di tempo, o si definiscono in modo serio i termini di una convivenza fondata su atteggiamenti positivi e costruttivi, oppure sarà più ragionevole definire una separazione consensuale. In ogni caso i problemi serissimi che ci stanno davanti non consentono di passare il tempo in una dialettica basata sulle note d'agenzia". "D'ora in avanti - incalza Cicchitto - ci dovremo concentrare sul sostegno all'iniziativa politica e di governo di Berlusconi e sulla definizione di un complesso di riforme sul quale sviluppare l'azione politica e parlamentare''.
Dal canto suo Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera e finiano di ferro avverte: ''L'unica cosa certa è che mai e poi mai lasceremo il partito politico che abbiamo immaginato prima di altri e costruito con passione ed entusiasmo conferendogli un grande patrimonio storico, politico, culturale, di classe dirigente e di elettori". Bocchino accoglie poi con fiducia ''la notizia che il presidente Berlusconi in persona prenderà in mano da lunedì l'agenda delle questioni spinose di cui si sta dibattendo'' definendola ''positiva'' e, afferma, ''ci rende ottimisti circa l'accoglimento delle nostre proposte di modifica sulle intercettazioni e sulla manovra''.
Pd: “ Berlusconi non è la soluzione ma causa dei problemi”- "Il 'ghe pensi mi' di Berlusconi non e' soluzione ma causa dei problemi". Il Pd replica con una nota del capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, Filippo Penati, al "ritornello grottesco" ripetuto dal Premier questa sera nelle diverse interviste a Gr e Tg Rai e Mediaset. "Il presidente del Consiglio che torna sul ritornello del 'ghe pensi mi' è diventato grottesco.Finge di non sapere che è proprio la politica del 'ghe pensi mi' che ha portato alla situazione attuale, con il suo governo e la sua maggioranza in pieno stato confusionale e il Paese in balia della più grave crisi economica dal '29. Finora - sottolinea Penati- il 'ghe pensi mi' di Berlusconi si è tradotto nel penso a me, con le leggi ad personam, il bavaglio alle intercettazioni e alla libertà di stampa, gli attacchi alla magistratura e i ministri nominati per evitare i processi". "Come mai, tra una battuta e l'altra, Berlusconi non ha detto una parola sul gravissimo dato della disoccupazione giovanile in Italia o sulla protesta delle Regioni? Come mai nei suoi slogan non risuonano più i 'successi' dell'Aquila? La verità - conclude la nota del capo della segreteria del Pd- è che la solita offensiva mediatica a reti unificate e compiacenti, questa volta, si è trasformata nella prova più lampante della grave empasse, dalla quale non si intravede via d'uscita, in cui si trovano lui e il suo governo".