Intercettazioni, Berlusconi "blinda" il testo. Ok di Fini

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Presentati al Senato i 13 emendamenti al provvedimento votati dalla Presidenza del Pdl. Il premier: "Dopo l’ok del Senato non ci saranno altre modifiche alla Camera". Giornalisti pronti alla "resistenza civile"

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"Sono due anni che stiamo lavorando su questo punto. Ora basta. Ci sono gli emendamenti studiati insieme, poi ci sarà l'ok del Senato ed il testo non sarà più modificato alla Camera. La decisione del Pdl è vincolante per i senatori e per i deputati". Silvio Berlusconi blinda il ddl intercettazioni e si astiene nell'Ufficio di Presidenza del partito perché il provvedimento "non adempie a tutte le promesse fatte agli elettori".

Gianfranco Fini replica: "Va ad onore di Berlusconi essersi astenuto sul ddl intercettazioni perché a suo avviso non manterrebbe in toto gli impegni presi con gli elettori in materia di tutela della privacy. Comunque sono certo che Berlusconi concordi con me sul fatto che la nuova formulazione del ddl fa sì che esso di certo non contrasti con altri impegni presi con gli elettori: quelli in materia di lotta alla criminalità e di difesa della legalità".

Il relatore Roberto Centaro ha intanto presentato per l'aula 13 nuovi emendamenti: restano le maximulte per gli editori, sarà possibile prorogare di tre giorni in tre giorni le intercettazioni anche dopo il limite dei 75 giorni (ma
servirà ogni volta l'ok del Tribunale del capoluogo di distretto), sarà possibile effettuare intercettazioni ambientali ma non nei luoghi privati, sarà più difficile ottenere la ricusazione di un giudice, verranno stralciate le norme sui servizi segreti e sul segreto di Stato, la Corte di Appello potrà autorizzare le riprese audio-video dei processi, per i procedimenti in corso saranno valide le intercettazioni finora disposte, saranno cancellate le novità introdotte in tema di atti sessuali nei confronti di minori.

Il Presidente del Senato Renato Schifani media ed ha disposto che questi nuovi emendamenti tornino in Commissione Giustizia al Senato. La Commissione si riunirà mercoledì mattina, l'aula di palazzo Madama tornerà ad occuparsi del provvedimento a partire da mercoledì alle 15.

L'obiettivo della maggioranza è quello di ottenere il via libera del Senato entro questa settimana. Alla domanda se il Governo porrà in aula la questione di fiducia, il Presidente della Commissione Giustizia Filippo Berselli risponde: "Dipenderà dall'atteggiamento dell'opposizione. Finora in Commissione l'atteggiamento è stato di tipo ostruzionistico".

Il deputato finiano Fabio Granata è critico con le maximulte per gli editori: "Le ammende agli editori ci sembrano un passo indietro. Quest'ulteriore inasprimento delle sanzioni è un aspetto certamente negativo ma al Senato può essere modificato". Roberto Centaro, relatore del provvedimento a Palazzo madama, non nomina Granata, ma critica "i numerosi esponenti politici, anche del centrodestra, che intervengono e non sanno assolutamente di cosa stanno parlando".

Intanto la Conferenza Nazionale dei Comitati e dei Fiduciari di redazione, riunita a Roma, denuncia "con forza ed indignazione il disegno di legge che impedisce ai giornalisti di dare notizie". E non esclude lo sciopero e una manifestazione.

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