Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha motivato la decisione con l'ostruzionismo del Pd e dell' Idv che hanno presentato circa 1700 emendamenti. Proteste dei senatori dell'opposizione. IL VIDEO
Il governo ha posto al Senato la questione di fiducia sul legittimo impedimento, il disegno di legge che permette al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di bloccare per 18 mesi i suoi processi.
La fiducia, chiesta nel primo giorno di discussione in aula del provvedimento, è la risposta del governo all'annunciato ostruzionismo dell'opposizione.
"Visto l'alto numero di emendamenti presentati, 1685, il governo pone la questione di fiducia sugli articoli 1 e 2 del provvedimento", ha detto in aula Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, tra i boati di protesta del centrosinistra.
In realtà i voti di fiducia sono due, uno per ciascun articolo del ddl, e sono stati fissati per mercoledì a partire dalle 17.00, mentre in serata ci sarà il voto finale, come ha spiegato il presidente del Senato, Renato Schifani al termine di una riunione dei capigruppo.
Il centrodestra vuole centrare così l'obiettivo di concludere l'iter parlamentare del provvedimento entro questa settimana, senza cambiare una virgola del testo già approvato dalla Camera, di fronte ad un'opposizione che si è presentata in aula con una valanga di emendamenti e una forza polemica contro le leggi ad personam che ha trovato nuova linfa dopo il dl "salva-lista" .
Alla fiducia le opposizioni hanno risposto chiedendo che Berlusconi venga in Senato mercoledì a spiegare perché il legittimo impedimento sia diventato "il punto essenziale del suo programma di governo", come ha detto la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro.
Il centrosinistra aveva promesso "un ostruzionismo puntiglioso nell'alveo del regolamento... Il gruppo è compatto nel ritenere gravissima la situazione complessiva ed inaccettabile il contesto in cui si svolge la discussione", ha detto la Finocchiaro, riferendosi ai tentativi del centrodestra di riammettere la lista del Pdl di Roma alle elezioni regionali in Lazio.
Il governo, che pensava di contrastare la pioggia di emendamenti con il contingentamento dei tempi della discussione parlamentare, ha optato così per la scorciatoia del voto di fiducia.
Il ddl stabilisce che il premier può ottenere il rinvio dell'udienza dei processi in cui è imputato, perché "legittimamente impedito" dalle sue attività di governo a comparire in tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a sei mesi, per un totale di18 mesi.
E' sufficiente che la presidenza del Consiglio attesti l'esistenza di questo impedimento, perché il giudice rinvii il processo ad altra udienza. Queste norme sono estese anche ai ministri. Finora il giudice aveva un certo margine di discrezionalità nel decidere caso per caso se l'impedimento dell'imputato-premier fosse legittimo e accordare o meno il rinvio.
I giudici che stanno processando Berlusconi a Milano nel processo sui presunti fondi neri di Mediaset hanno respinto il primo marzo la sua richiesta di legittimo impediment o, dicendo che il Consiglio dei ministri fissato in quella data non era necessario e inderogabile.
Il ddl in discussione dovrebbe impedire proprio questo tipo di decisioni.
Si tratta comunque di una "legge ponte", scade dopo 18 mesi dall'entrata in vigore, varata nell'attesa che il Parlamento approvi una legge costituzionale sulle immunità, come ricorda il testo stesso del provvedimento.
Per l'opposizione di centrosinistra siamo di fronte all'ennesima legge ad personam incostituzionale, perché mette al riparo Berlusconi dai suoi processi violando la sentenza della Consulta sul "Lodo Alfano", secondo la quale la materia delle prerogative del presidente del Consiglio può essere affrontata soltanto con una legge costituzionale e non ordinaria.
L'Udc, che pure aveva proposto una normativa sul legittimo impedimento come "male minore" rispetto al ddl sul "processo breve", ha annunciato che si asterrà (un voto che al Senato equivale a quello contrario) in polemica con la decisione della maggioranza di allargare lo scudo ai ministri e di far scattare il legittimo impedimento del premier sulla base di una semplice autocertificazione di Palazzo Chigi.
COSA PREVEDE IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO
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La fiducia, chiesta nel primo giorno di discussione in aula del provvedimento, è la risposta del governo all'annunciato ostruzionismo dell'opposizione.
"Visto l'alto numero di emendamenti presentati, 1685, il governo pone la questione di fiducia sugli articoli 1 e 2 del provvedimento", ha detto in aula Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, tra i boati di protesta del centrosinistra.
In realtà i voti di fiducia sono due, uno per ciascun articolo del ddl, e sono stati fissati per mercoledì a partire dalle 17.00, mentre in serata ci sarà il voto finale, come ha spiegato il presidente del Senato, Renato Schifani al termine di una riunione dei capigruppo.
Il centrodestra vuole centrare così l'obiettivo di concludere l'iter parlamentare del provvedimento entro questa settimana, senza cambiare una virgola del testo già approvato dalla Camera, di fronte ad un'opposizione che si è presentata in aula con una valanga di emendamenti e una forza polemica contro le leggi ad personam che ha trovato nuova linfa dopo il dl "salva-lista" .
Alla fiducia le opposizioni hanno risposto chiedendo che Berlusconi venga in Senato mercoledì a spiegare perché il legittimo impedimento sia diventato "il punto essenziale del suo programma di governo", come ha detto la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro.
Il centrosinistra aveva promesso "un ostruzionismo puntiglioso nell'alveo del regolamento... Il gruppo è compatto nel ritenere gravissima la situazione complessiva ed inaccettabile il contesto in cui si svolge la discussione", ha detto la Finocchiaro, riferendosi ai tentativi del centrodestra di riammettere la lista del Pdl di Roma alle elezioni regionali in Lazio.
Il governo, che pensava di contrastare la pioggia di emendamenti con il contingentamento dei tempi della discussione parlamentare, ha optato così per la scorciatoia del voto di fiducia.
Il ddl stabilisce che il premier può ottenere il rinvio dell'udienza dei processi in cui è imputato, perché "legittimamente impedito" dalle sue attività di governo a comparire in tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a sei mesi, per un totale di18 mesi.
E' sufficiente che la presidenza del Consiglio attesti l'esistenza di questo impedimento, perché il giudice rinvii il processo ad altra udienza. Queste norme sono estese anche ai ministri. Finora il giudice aveva un certo margine di discrezionalità nel decidere caso per caso se l'impedimento dell'imputato-premier fosse legittimo e accordare o meno il rinvio.
I giudici che stanno processando Berlusconi a Milano nel processo sui presunti fondi neri di Mediaset hanno respinto il primo marzo la sua richiesta di legittimo impediment o, dicendo che il Consiglio dei ministri fissato in quella data non era necessario e inderogabile.
Il ddl in discussione dovrebbe impedire proprio questo tipo di decisioni.
Si tratta comunque di una "legge ponte", scade dopo 18 mesi dall'entrata in vigore, varata nell'attesa che il Parlamento approvi una legge costituzionale sulle immunità, come ricorda il testo stesso del provvedimento.
Per l'opposizione di centrosinistra siamo di fronte all'ennesima legge ad personam incostituzionale, perché mette al riparo Berlusconi dai suoi processi violando la sentenza della Consulta sul "Lodo Alfano", secondo la quale la materia delle prerogative del presidente del Consiglio può essere affrontata soltanto con una legge costituzionale e non ordinaria.
L'Udc, che pure aveva proposto una normativa sul legittimo impedimento come "male minore" rispetto al ddl sul "processo breve", ha annunciato che si asterrà (un voto che al Senato equivale a quello contrario) in polemica con la decisione della maggioranza di allargare lo scudo ai ministri e di far scattare il legittimo impedimento del premier sulla base di una semplice autocertificazione di Palazzo Chigi.
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