In Parlamento ci sono grosse difficoltà, ma sulle riforme qualche spiraglio c'è. Il capo dello Stato guarda con favore al dialogo che si sta aprendo tra maggioranza e opposizione. La prova in Senato dove, il 2 dicembre, si discuterà una mozione bipartisan
Cautela e rispetto ci sono tutte, ma Giorgio Napolitano sul Parlamento e sul suo lavoro usa parole che sanno di allarme: deve essere produttivo, dice il Capo dello Stato, ma non può esserlo a scapito dei diritti della minoranza. Parole che nell'esecutivo il ministro Matteoli accoglie con stupore: "Mancano proposte perchè non ci sono risorse", sostiene. E se la stampa vicino al premier vede nelle dichiarazioni del Capo dello Stato un attacco al Cavaliere, dalla maggioranza il capogruppo Cicchitto mette in chiaro: "Se si apre una fase di analisi critica dovrà essere a 360 gradi". Da parte sua il presidente dalla Camera Fini puntualizza: "La democrazia è forte dove il Parlamento è forte, e lo è quando è considerato tale da chi ne fa parte". Sulle riforme invece lo spiraglio c'è, secondo il Capo dello Stato: maggioranza e opposizione si dicono pronte a presntare una mozione comune al senato. Un segnale importante per spegnere l'incendio divampato dopo le voci di elezioni anticipate. Un'ipotesi che il preisdente di Confindustria Marcegaglia giudica una follia. parole fatte proprie anche da Luca Cordero di Montezemolo: basta con il clima da curva sud, chiede il presidente Fiat, le riforme si facciano, ma devono riguardare tutti, non una persona sola. Disponibile al confronto si dice il Pd, ma Berlusconi, mette in chiaro Bersani deve rinunciare al processo breve. Fuori dal clima di conciliazione resta l'Italia dei Valori. La prova del fuoco per la ricerca dell'intesa è già fissata: il due dicembre a palazzo Madama.