Il Sappe chiede un'ispezione ministeriale nel carcere di Spoleto

Umbria

"Penitenziario invivibile per agenti: avvicendare il direttore"

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(ANSA) - SPOLETO (PERUGIA), 02 NOV - Un'ispezione ministeriale nel carcere di Spoleto è stata chiesta dal Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria "per verificare - spiega una sua nota - le molte anomalie che si registrano sistematicamente sull'organizzazione del lavoro del personale, sui mancati trasferimenti dei detenuti che si rendono protagonisti di più eventi critici finalizzati ad alterare l'ordine e la sicurezza interna, sulla mancata attuazione delle sanzioni disciplinari rivolte agli stessi detenuti dell'istituto, con conseguente inasprimento della tensione nella casa di reclusione di località Maiano".
    Il Sappe ha interessato i vertici dell'amministrazione penitenziaria nazionale e regionale, preannunciando lo stato di agitazione dei poliziotti aderenti allo stesso Sindacato.
    "Abbiamo segnalato in più occasioni al dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria di Roma ed al Provveditorato interregionale Toscana-Umbria di Firenze - spiega Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l'Umbria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria - le significative disfunzioni e gli inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della casa di reclusione di Spoleto e del personale di polizia penitenziaria".
    Il Sindacato segnala "una grave carenza di organico" e critica l'operato della direttrice del carcere, Chiara Pellegrini.
    "Occorre - afferma il Sappe - che le Autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine, con una ispezione interna e con l'avvicendamento del direttore, visto che sono le sue determinazioni e soprattutto la sua mancanza di provvedimenti a creare difficoltà e disagi".
    Sostegno alle proteste del Sappe Umbria arriva da Donato Capece, segretario generale del Sindacato.
    "Le denunce sulla presunta mala gestione del carcere di Spoleto - dice - sono dettagliate e gravi. Vanno approfondite e vanno presi subito provvedimenti. Il personale di polizia penitenziaria si sente abbandonato a se stesso". (ANSA).
   

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