"Rapito da pensiero sociale di Giovanni Paolo II" racconta
(ANSA) - TERNI, 31 AGO - "Mikhail Gorbaciov credeva nel comunismo e nella democrazia. Perdiamo un uomo che ha tentato di cambiare la storia, ma quello che ha seminato non andrà perduto e sarebbe importate che ciò che lui ha iniziato qualcuno lo portasse avanti": a dirlo all'ANSA è monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e già vescovo di Terni. Città umbra dove nel 2001 il leader russo fu insignito del premio San Valentino.
Monsignor Paglia, augurandosi che venga ripresa la linea all'epoca dettata da Gorbaciov, morto all'età di 91 anni, fa riferimento a quanto sta accadendo in Ucraina. "A mio avviso - sostiene - è impossibile pensare all'Europa senza la Russia".
L'ex vescovo di Terni ricorda, poi, la circostanza che lo portò a maturare un rapporto di amicizia con l'allora presidente dell'Urss. "Lui - racconta - aveva un grande desiderio di conoscere Giovanni Paolo II e così incaricò un suo consigliere di avviare dei contatti con la Santa Sede. Durante un mio viaggio a Mosca incontrai il consigliere e organizzammo l'incontro tra il Santo Padre e Gorbaciov il quale da quel colloquio rimase rapito dal pensiero sociale di Giovanni Paolo II. Al punto che mi confidò che lui sarebbe stato sempre dalla parte del Pontefice. Insomma, si erano capiti e si fidavano l'uno dell'altro".
"Quando lo invitai a Terni per ricevere il premio San Valentino non era più presidente - racconta ancora il vescovo - e durante un suo intervento accettò di parlare proprio della dottrina sociale di Giovanni Paolo II. Fu un momento straordinario, come straordinari furono tutti quei giorni in cui Gorbaciov stette in Umbria". (ANSA).