In migliaia all'Umbria Pride a Perugia

Umbria

No del Comune capoluogo al patrocinio

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(ANSA) - PERUGIA, 25 GIU - In migliaia, festanti e colorati, si sono ritrovati in piazza Grimana a Perugia, per partecipare all'Umbria Pride, la manifestazione per i diritti del movimento Lgbti.
    Dopo l'esperienza del Perugia Pride e dopo due anni di stop a causa della pandemia, le associazioni gay, lesbiche, bisessuali, trans* e intersex dell'Umbria hanno dato il via ad una grande manifestazione regionale che si è conclusa oggi con il tradizionale corteo - caratterizzato da slogan, striscioni, carri e musica - lungo le vie del centro fino in piazza Italia, per gli interventi conclusivi. I giorni che hanno preceduto l'evento sono stati carichi di polemiche, sulle concessioni dei patrocini da parte delle istituzioni.
    Sono nove gli enti che hanno scelto di sostenere attraverso lo strumento del patrocinio l'Umbria Pride 2022. Insieme alla Regione (concessione affiancata anche da contributo economico che ha suscitato molti malumori da parte delle associazioni delle famiglie) e alla Provincia di Perugia ci sono i Comuni di Spoleto, Gubbio, Gualdo Tadino, Narni, Panicale e Arrone e l'ambasciata della Repubblica Argentina in Italia. Sono inoltre arrivate adesioni da oltre 50 organizzazioni e gruppi politici da tutta l'Umbria.
    Nulla di fatto invece per i due Comuni capoluogo, Perugia e Terni, "che hanno evidentemente scelto di sottostare ai diktat del Senatore Pillon e non concedere il patrocinio ad una delle più grandi e partecipate manifestazioni sui diritti e sull'inclusione che si svolgono in regione", ha commentato Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos. "Non solo - ha proseguito - è stata presa una decisione che non ha precedenti, ma nessuno ha trovato il coraggio di comunicarcela. La favola del Sindaco di tutti e di tutte è definitivamente morta".
    Anche i Radicali Perugia, per la mancata concessione del patrocinio da parte del sindaco Romizi, hanno parlato di "un grave danno alla città di Perugia". "Stupisce che tale grave atto - hanno scritto in una nota - arrivi da quello che sembrava dovesse essere il golden boy della destra liberale, che non ha avuto lo stesso coraggio che ha avuto la presidente della Regione Umbria Tesei che ha difeso l'onore e l'indipendenza dell'istituzione che dirige". (ANSA).
   

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