Di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino
(ANSA) - PERUGIA, 13 MAG - La pandemia ha ritardato di un anno la solenne celebrazione della dedicazione della nuova chiesa intitolata a san Giovanni Paolo II dell'Unità pastorale delle comunità parrocchiali di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino di Perugia, una zona che conta una popolazione di 13mila abitanti. La chiesa sarà consacrata domenica 15 maggio, alle ore 15, dal cardinale Gualtiero Bassetti. Il suo altare custodirà una reliquia del papa polacco.
La cerimonia della posa della prima pietra del complesso interparrocchiale si è tenuta il giorno dell'Immacolata Concezione del 2016, in omaggio alla grande devozione di Giovanni Paolo II per la Beata Vergine Maria e per essere in comunione con tutta la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve che da secoli affida la sua protezione alla Madonna. E non è un caso che il cardinale Bassetti abbia voluto donare a questa chiesa una statua lignea della Vergine ispirata a Santa Maria della Grazia raffigurata nell'affresco della cattedrale di San Lorenzo (opera di un allievo del Perugino). Il complesso interparrocchiale - spiega l'archidiocesi - è un vero e proprio "villaggio di relazioni" che va oltre le attività liturgiche e pastorali. Un complesso che si apre all'intera città nei cui locali ospita fin d'ora progetti come il "Gruppo educativo territoriale" e il "Punto d'incontro dedicato ai genitori" facenti capo ai Servizi sociali del Comune di Perugia, oltre a dare ospitalità nelle canoniche a quattro gruppi familiari in gravi difficoltà e a contribuire al progetto della Caritas diocesana "Adotta una famiglia" facendosi carico dell'accoglienza di altri due nuclei familiari.
I quattro sacerdoti di questa grande comunità interparrocchiale sono il decano, che tanto ha voluto il nuovo complesso, mons.
Giuseppe Gioia, per i fedeli semplicemente "don Peppe", e i più giovani don Oscar Walter Huaman Bustamante, di origini peruviane, don Fabrizio Crocioni, parroco e rettore del Santuario mariano di Ponte della Pietra, e all'ultimo consacrato, don Antonio Paoletti, nipote dell'arcivescovo Giuseppe Chiaretti a cui stava particolarmente a cuore anche la costruzione di "belle chiese moderne, non fredde cattedrali nel deserto", come spesso si raccomandava. (ANSA).