Questore Perugia incontra rappresentanti comunità ucraina

Umbria

Espressa vicinanza sua e di tutti i poliziotti

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(ANSA) - PERUGIA, 16 MAR - Incontro tra il questore di Perugia Giuseppe Bellassai e cinque rappresentanti della comunità ucraina presenti in provincia.
    Un momento "fortemente voluto" dallo stesso questore per esprimere la sua vicinanza e di tutti i poliziotti al popolo ucraino presente in maniera significativa nel capoluogo e nei Comuni. E' stata anche l'occasione per confermare, alla presenza della dirigente dell'Ufficio Immigrazione della Questura, il massimo impegno della polizia di Stato per affiancare quanti arrivano dall'Ucraina ma anche per dare immediate risposte alle richieste di auto e chiarimento da parte dei familiari e dei rifugiati che sin dai primi giorni successivi al conflitto sono pervenute alla questura di Perugia e ai commissariati.
    "Grazie per aver accolto l'invito ad essere qui - ha detto il questore Bellassai -; non ci sono parole adeguate in un momento così drammatico per la vostra amata terra e per il mondo intero.
    Ho voluto incontrarvi per cercare di capire che cosa possiamo fare, come Polizia di Stato, in relazione alle nostre competenze e per venire incontro alle esigenze di chi sta arrivando in questi giorni nella nostra provincia sia sotto un profilo umano, sia per quanto riguarda le procedure che stiamo mettendo in atto". Ha quindi consegnato ai rappresentanti della comunità ucraina il vademecum con tutte le informazioni utili per chi arriva in Italia.
    "In questo momento - ha aggiunto il questore - siamo chiamati ad uno sforzo corale e sinergico per aiutare i cittadini ucraini in fuga dalla guerra. L'unità, confermata ai cittadini ucraini presenti all'incontro, deve rappresentare la pietra miliare di questo impegno volto a tutelare chi sta scappando dalla guerra.
    Per questo, grazie all'impegno dell'Ufficio immigrazione, abbiamo deciso come Questura di Perugia di riorganizzare la presenza e l'apertura degli sportelli anche nelle sedi dei commissariati dove ci saranno donne e uomini in grado di facilitare la comprensione della lingua e di assicurare anche il solo semplice ma significativo contatto umano". (ANSA).
   

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