Rettore Università Studi, onoriamo memoria delle vittime

Umbria

"Perché diventi nostra memoria" afferma Oliviero

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(ANSA) - PERUGIA, 27 GEN - "Onoriamo la memoria delle vittime, perché diventi la nostra memoria": ad auspicarlo è il rettore dell'Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero in occasione del Giorno della Memoria. "In questa significativa occasione, vogliamo rendere pubblicamente omaggio alla memoria delle vittime dell'Olocausto, riaffermando il nostro impegno incrollabile per contrastare il razzismo, l'antisemitismo, l'intolleranza, la violenza e la prevaricazione, in ogni loro possibile forma e declinazione" aggiunge.
    "Ricordiamo, affinché le atrocità commesse e subite si trasformino in consapevolezza afferma Oliviero in una nota -, vigilanza, responsabilità condivisa, riflessione comune. Ciò che è successo dentro le mura di Auschwitz-Birkenau, di Treblinka e degli altri campi di concentramento, il cui obiettivo era l'annientamento dell'umanità e la cancellazione dalla storia di intere comunità di persone, non riguarda solo le famiglie delle vittime e i loro discendenti. Riguarda tutte e tutti noi e ci investe di un preciso dovere: quello di resistere all'odio, ai crimini, alle atrocità, sempre e comunque, per impedire che ciò che è accaduto possa ripetersi".
    Il rettore ha quindi ricordato che l'Università ha recentemente voluto rendere omaggio al prof. Edoardo Ruffini Avondo, "docente dell'Ateneo che novant'anni fa rifiutò di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista". "Sono uomini e donne come lui che, nelle notti più oscure della civiltà - ha aggiunto -, quando l'odio e la divisione hanno prevalso sull'amore e sulla solidarietà, hanno acceso una luce di speranza e di vero eroismo, pagato a caro prezzo, in suprema difesa della dignità umana. È compito in primis della Scuola e dell'Università educare le giovani generazioni alla riflessione critica, fornendo gli adeguati strumenti di comprensione del mondo, formando menti consapevoli e incoraggiando l'autonomia di pensiero, espressa in un dialogo civile e costruttivo". (ANSA).
   

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