Il gesto di Enrico Angelini raccontato da Tiziano Bertini
Vuole essere un "omaggio civile a un giovane che nel 1943, insieme a molti altri, andò in montagna scegliendo una pericolosa strada di libertà e riscatto", "Vi racconto la mia storia", il libro che il giornalista Tiziano Bertini ha dedicato ai sette mesi di guerra di Enrico Angelini, il partigiano della brigata Garibaldi di Foligno che nel marzo 2015, novantenne, tornò sulla montagna di Trevi per cancellare la svastica con cui era stato oltraggiato il casale di Raticosa prima sede della sua formazione e monumento alla memoria della Resistenza nel territorio contro il nazi-fascismo. Il volume verrà presentato in occasione del 17/o congresso della sezione Anpi "Franco Ciri" di Foligno che si svolgerà domenica 12 dicembre presso il circolo Arci-Subasio presieduto da Stefano Mingarelli. Il libro curato da Bertini per le edizioni Il Formichiere, con il patrocinio dell'Anpi di Foligno, vuole essere - si legge nell'introduzione - "un minuscolo, ma prezioso, tassello di memoria che si aggiunge ai tantissimi che compongono il grande mosaico della Resistenza italiana al nazi-fascismo". È il frutto di una trasmissione radiofonica andata in onda su Radio gente umbra il 25 aprile del 2015. Una lunga intervista curata da Bertini e dall'allora direttore Alberto Scattolini. Con il racconto di Enrico Angelini inframmezzato da interventi dello storico Tommaso Rossi. La vicenda si sviluppa dal dicembre del 1943 al giugno del 1944. L'occasione per questa testimonianza fu l'intervento di Angelini al casale di Raticosa dove era stata asportata e distrutta la targa commemorativa e disegnata una svastica. "Per lui un oltraggio insopportabile, da cancellare - sottolinea Bertini -, perché in quei luoghi, dove tornava spesso, erano stati catturati dai nazisti tre partigiani suoi amici e compaesani, Franco Santocchia, Franco Pizzoni e Augusto Bizzarri, uccisi poi a Mauthausen. E così contattò un giornalista suo amico, Roberto Testa, e dopo essersi attrezzato con solvente e raschietto si fece accompagnare a Raticosa e volle cancellare con le proprie mani quel segno di morte, deponendo poi una rosa rossa in ricordo dei suoi compagni caduti". Il 16 aprile 2015, in occasione del 70/o della Liberazione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - si ricorda ancora nell'introduzione - incontrò in Parlamento una delegazione di partigiani italiani tra i quali anche Enrico Angelini e, nell'esprimergli il suo apprezzamento, definì il suo gesto "di rilevanza nazionale".