In anno pandemia più 30 per cento pazienti a centri Usl Umbria 1
(ANSA) - PERUGIA, 15 MAR - Nell'ultimo anno, segnato dalla pandemia, sono aumentati di circa il 30 per cento i pazienti, soprattutto giovanissimi, che si sono rivolti alla rete dei servizi dedicati ai disturbi del comportamento alimentare (Dca) dell'Usl Umbria 1.
In particolare, il centro di palazzo Francisci di Todi ha ricevuto circa il doppio delle richieste di aiuto rispetto al 2019.
I dati sono stati resi noti dall'Usl in occasione della decima Giornata nazionale del fiocchetto lilla.
I centri Dca umbri sono stati individuati dal Ministero della Salute e coordinano sia il numero verde nazionale "Sos disturbi alimentari" sia l'Osservatorio nazionale per i disordini alimentari. Seguono ogni anno circa 800 pazienti in tutti i livelli di assistenza (ambulatoriale, semiresidenziale, ospedaliero e residenziale).
"I dati raccolti in questi ultimi mesi ci confermano che a seguito del lockdown c'è stato un aumento del 30 per cento dei pazienti, soprattutto tra i giovanissimi, e che i disturbi del comportamento alimentare non riguardano più solo il femminile ma il 10 per cento dei pazienti è maschio. Anche l'età è cambiata.
Il range si è ampliato e va dai bambini piccoli a persone di oltre cinquant'anni, tant'è che il corpo e il disturbo alimentare sono diventati un'espressione del disagio di tutte le età", ha spiegato la dottoressa Laura Dalla Ragione, responsabile del centro disturbo da alimentazione incontrollata (Dai) ed obesità di Città della Pieve e della rete dei servizi dedicati ai disturbi del comportamento alimentare (Dca) dell'Azienda sanitaria. "In molte regioni italiane - ha aggiunto - non ci sono strutture specializzate per il trattamento dei disordini alimentari e questo determina una migrazione fuori regione con gravi ritardi nelle cure e nella diagnosi precoce.
In Umbria, invece, abbiamo una rete completa di assistenza che garantisce cure appropriate e tempestive. Nei nostri centri accogliamo pazienti da tutta Italia". (ANSA).