Condannato strage Bologna parla di "misteri e discrepanze"
"La sensazione che sto vivendo è di profondissimo malessere. Come ho detto in aula ho pagato e sto pagando per ciò che ho fatto, non posso farlo per ciò che non ho fatto": a parlare con l'ANSA, è Gilberto Cavallini, l'ex terrorista dei Nar condannato all'ergastolo dalla Corte d'assise di Bologna per la strage della stazione. Cavallini è a Terni, dove da circa due anni è in regime di semilibertà e presta servizio in una cooperativa del centro, dove si occupa di contabilità. "Ci sono misteri e discrepanze - dice l'ex Nar - che nel dibattimento non si sono voluti affrontare. Ma vado avanti per cercare di portare a galla la verità". Quanto alla sua permanenza a Terni ha ricordato che era ternano il primo presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime, Torquato Secci, che nella strage perse il figlio Sergio, all'epoca ventiquattrenne. "Terni è un centro piccolo - ha detto Cavallini - ed evito di espormi. Lo faccio perché non voglio offendere nessuno, ma non mi voglio sentire neanche ostracizzato".