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Donna uccisa a Trapani, il marito 63enne non risponde al pm durante l'interrogatorio

Sicilia
©Ansa

L’uomo è stato trovato dai militari con un grosso coltello sporco di sangue. La coppia viveva insieme da circa cinque anni, aveva tre figli (due dei quali gemelli) e gestiva una rivendita di prodotti ittici

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E' un coltello da cucina l'arma con cui E. F., 63 anni, ha ucciso alla vigilia di Natale la moglie Maria Amatuzzo, 29 anni, a Marinella di Selinunte, frazione marinara di Castelvetrano (Trapani). Lo hanno accertato i carabinieri. Quando i militari sono arrivati nella casa della coppia, l'uomo brandiva ancora il grosso coltello. I sanitari al loro arrivo hanno potuto solo constatare il decesso della 29enne, colpita con almeno 12 coltellate all'addome.

Le ipotesi sul movente

Gli investigatori stanno cercando di capire il movente dell'omicidio. Pare che la donna avesse lasciato l'abitazione da qualche giorno e fosse rientrata per prendere qualche oggetto personale. In casa c'era il marito, è scoppiata una lite, forse legata alle figlie, due gemelline di appena 4 anni, che da un anno vivono in una comunità alloggio.

Ieri sera il 63enne si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio davanti al magistrato Stefania Tredici. E' stato arrestato per omicidio e portato nel carcere di Trapani.

Maria Amatuzzo, la donna uccisa dal marito 63enne - ©Ansa

Le indagini

Secondo una prima ricostruzione il delitto sarebbe avvenuto nella loro abitazione. A quanto riportato dal Corriere della Sera, pare che lei volesse lasciare il 63enne. In particolare, il Corriere riporta che l’uomo versava in stato confusionale all’arrivo dei militari. I rilievi in casa da parte della sezione scientifica del comando provinciale dei carabinieri sono cominciati intorno alle 19,30 di ieri. Il medico legale, nella prima ispezione cadaverica effettuata sul corpo della donna, ha accertato che è stata assassinata con dodici coltellate all'addome. All'Istituto di medicina legale di Palermo sarà effettuata l'autopsia disposta dalla procura di Marsala.

Le parole del legale difensore

"Cercheremo di capire quale sia stata la matrice che ha avuto come epilogo la tragedia che si è consumata ieri a Marinella di Selinunte", dichiara l'avvocato difensore del 63enne. "Proveremo a capire se può essere escluso il reato a sfondo passionale o se tutto sia scaturito dalla triste vicenda legata ai figli tolti alla coppia. Resta, comunque, la gravità del gesto", chiarisce l'avvocato. Per le prossime ore è attesa l'udienza di convalida dell'arresto da parte del gip di Marsala.

La vicenda familiare

Non era un rapporto sereno quello tra i due. "La conflittualità tra i due era nota", riferisce il capitano dei carabinieri di Castelvetrano Pietro Calabrò. Ieri, forse, l'ennesima lite finita in tragedia. Una storia d'amore nata poco più di 5 anni fa, quella tra i due. Lui pescatore, lei di origini palermitane, entrambi avevano un altro matrimonio alle spalle. L'uomo, vedovo, ha due figli avuti dalla prima moglie, Maria Amatuzzo aveva due figli che non vivevano più con lei. Quattro anni fa il matrimonio civile tra i due e, lo stesso anno, la nascita dei gemellini. "Da quasi un anno i bambini erano stati affidati a una comunità alloggio", spiega il capitano Calabrò. La coppia viveva in una casa nel quartiere dei pescatori di Marinella di Selinunte.

I rilievi delle forze dell'ordine e i soccorsi - ©Ansa

L'attività di pesca del 63enne

Il 63enne "è stato uno dei pescatori storici della marineria di Selinunte, ha esercitato l'attività per decenni, ma negli ultimi tempi lo abbiamo visto poche volte, partecipava molto di rado alle nostre attività". Lo dice Giacomo Russo, presidente del Comitato 'Sacro Cuore di Maria' che nella borgata vede riuniti i pescatori devoti alla Madonna. La comunità marinara è rimasta sgomenta per l'omicidio consumato in una casa del villaggio dei pescatori. "Da quando era andato in pensione non usciva più in barca - ricorda ancora Giacomo Russo - aveva comprato un tre ruote e vendeva pesce nella borgata, scegliendo punti strategici dove si fermava per i clienti. La moglie collaborava con lui".

Fratello del 63enne: "L'ho visto col coltello in mano"

"Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava 'aiuto, aiuto', mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello nel cortile ancora col coltello in mano". Lo dice all'Ansa il fratello 56enne dell'uomo arrestato per l'omicidio della moglie. I due vivono da 5 anni nello stesso appartamento: "Ma è ampio e, quindi, ognuno ha i propri spazi", racconta. Il 56enne a pranzo era rientrato da Marsala, dove si era sottoposto ad alcuni esami medici. "Ho parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale - aggiunge- poi sono andato a letto. Nel pomeriggio ho sentito le grida, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano insanguinato". Già ascoltato dai carabinieri, spiega: "Ho chiesto a mio fratello cosa aveva fatto e lui mi ha risposto: mi ha fatto perdere le bambine". L'uomo spiega che "da lunedì scorso la moglie di mio fratello non era più in casa. Non aveva mai dato segni di squilibrio". Le bambine gemelle erano state affidate a una comunità alloggio. Ieri la tragedia.