In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Fidanzati uccisi nello Yorkshire, il presunto assassino faceva il croupier

Sicilia

Il ragazzo, che avrebbe problemi psichici, probabilmente dopo una lite avrebbe assassinato Calabrò, suo collega e coinquilino, e la fidanzata a colpi di martello

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Proseguono le indagini sull'omicidio di Francesca Di Dio, 20 anni, uccisa a martellate insieme al fidanzato, Nino Calabrò, 25 anni, a Thornaby, nel Regno Unito. Gli investigatori, che stanno cercando di ricostruire cosa sia accaduto, hanno fermato per duplice omicidio un palermitano di 21 anni che condivideva con Nino l'appartamento. Si tratterebbe, riporta il Corriere della Sera, di Andrea Cardinale, collega del 25enne ucciso oltre che coinquilino. Il ragazzo, che avrebbe problemi psichici, probabilmente dopo una lite avrebbe assassinato Calabrò e la fidanzata a colpi di martello. Il presunto assassino è originario di Palermo e faceva il croupier: era un collega di Calabrò.

Le due vittime

Calabrò era originario di Barcellona Pozzo di Gotto ma viveva a Milazzo, prima di trasferirsi a Thornaby, nella contea dello Yorkshire, dove aveva trovato lavoro come croupier in un casinò. Francesca viveva a Montagnareale, nel Messinese dove frequentava una scuola di estetica. I due ragazzi stavano insieme da tre anni e spesso la giovane andava nel Regno Unito a trovare il ragazzo.

Parrochia lancia raccolta fondi per rimpatrio salma Calabrò

La Parrocchia di San Rocco in Calderà di Barcellona Pozzo di Gotto ha organizzato una raccolta di fondi per il rimpatrio dall'Inghilterra della salma di Nino Calabrò. In poco meno di due ora nella piattaforma gofundme.com sono stati donati oltre 1.300 euro. Oltre al rimpatrio del feretro, la parrocchia si è proposta per celebrare i funerali del ragazzo.

La cugina di Calabrò: "È un maledetto incubo"

La cugina, Domenica Calabrò, nella sua pagina Facebook ricorda con commozione Nino pubblicando una loro foto da bambini: "Era bello sentirti tornare e sapere che stavi bene. Londra era bella e tu eri felice. Quanti disastri e maracchelle insieme... eravamo due piccoli bambini monelli, ma dolci come in questa foto. Il dolore è troppo! È tutto un maledetto incubo! Oggi non potremmo più abbracciarci e prenderci in giro è vero... ma una cosa é sicura: ovunque tu sia sappi che qui giù in questo mondo ingiusto e credule sarà fatta giustizia. Giustizia per due giovani ragazzi a cui hanno tolto la vita e distrutto famiglie. Te lo prometto...per sempre con te cuginetto mio Nino Calabrò".

Il ritrovamento dei corpi

Sarebbe stato il padre del ragazzo fermato a far trovare agli investigatori i corpi delle vittime. L'uomo, un palermitano, sarebbe andato a trovare il figlio in Inghilterra e la sera prima del delitto lo avrebbe incontrato insieme alla coppia. Il giorno dopo avrebbe provato a chiamare il figlio e, non avendo risposta, preoccupato, sarebbe andato a cercarlo nella casa che condivideva con Nino. Non è chiaro se sia entrato nell'appartamento con le chiavi di riserva o se abbia chiesto ad amici di verificare cosa fosse accaduto. I corpi dei due fidanzati sarebbero comunque stati trovati grazie a lui.