Economia
Lavoro, dopo la pandemia: cosa sono Great Resignation e Quiet Quitting
La ricerca dell’Istituto nazionale di previdenza sociale evidenzia come i lavoratori siano in questo momento alla ricerca di un equilibrio tra occupazione e stato psicofisico, un’evidente eredità del periodo di pandemia. “Serve che i manager siano disponibili al confronto e all’ascolto, in modo tale da cogliere, in breve tempo, eventuali criticità”, dice Francesca Contardi, managing director di EasyHunters, società di ricerca e selezione
Prima la Great Resignation, ora il Quiet Quitting. Potremmo sintetizzare con queste due espressioni quello che sta accadendo nel mercato del lavoro negli ultimi due anni. Secondo i dati dell’Osservatorio Inps, più di un milione di candidati italiani avrebbe dato le dimissioni negli ultimi sei-otto mesi. Adesso, però, sta succedendo qualcosa di più
LA RICERCA DEL BENESSERE – L’impressione è che i lavoratori, in questo momento, stiano cercando qualcosa di ancora più difficile. Si tratterebbe di una ricerca di benessere e di contrasto al burnout, che significa niente ritmi di lavoro iper-stressanti, niente connessione h24 e 7/7 e niente rincorsa alla crescita professionale a tutti i costi
VALORI MUTATI - “Indipendentemente da come vogliamo definire questo fenomeno, dobbiamo necessariamente fare una riflessione perché il fatto è che molti candidati hanno, negli ultimi due anni, stravolto i propri valori e iniziato a considerare il lavoro e la carriera non una priorità. Infatti, abbiamo sentito storie di alcuni candidati che hanno dato dimissioni volontarie, senza avere un' alternativa di lavoro già pronta”, evidenzia Francesca Contardi, managing director di EasyHunters, società di ricerca e selezione con un Digital Operating Process