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Migranti, soccorse due imbarcazioni al largo di Siracusa

Sicilia

In un primo intervento, avvenuto a 75 miglia dalla costa, sono state salvate 83 persone mentre nel secondo ne sono state soccorse altre 64

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Due imbarcazioni con a bordo circa 150 migranti sono state soccorse dagli uomini della guardia costiera e della guardia di finanza al largo di Siracusa.

I soccorsi

Una prima operazione ha visto impegnate la guardia costiera e la guardia di finanza intervenute per soccorrere un barcone con 83 persone a bordo che era in avaria a circa 75 miglia al largo di Siracusa. La presenza del natante in mare era stato segnalato due giorni prima da Fontex. Trasbordati su una motovedetta della capitaneria di porto di Siracusa e di un pattugliatore delle Fiamme gialle in 81 sono stati condotti e fatti sbarcare nel porto di Augusta, nel Siracusano. A bordo c'era anche una irachena di 24 anni, al quarto mese di gravidanza, che è stata colta da malore e durante i soccorsi in mare è stata trasferita, assieme al suo compagno, con un elicottero della Guardia costiera, decollato da Catania, all'ospedale Cannizzaro del capoluogo La donna, dopo le cure, è stata dimessa.

Le operazioni di soccorso - ©Ansa

Barca a vela in avaria

Altri 64 migranti che erano rimasti bloccati su una barca a vela in avaria a 200 metri dalla costa della riserva naturale di Vendicari, nel Siracusano, sono stati soccorsi e messi in salvo da motovedette della capitaneria di porto e della guardia di finanza di Siracusa. Dopo il trasbordo sui mezzi militari italiani sono stati condotti nel porto di Augusta, dove era già avvenuto lo sbarco di altri 81 migranti soccorsi precedentemente in mare. 

Le Ong: “Sì a un Percorso per la pace, si superino gli hotspot”

"Sicurezza e soccorso, sì! Hot-spot e militarizzazione, no! Accogliamo con favore l'iniziativa del Comune di Lampedusa e Linosa, che vuole portare le isole in un 'percorso per la pace' - un processo visionario per l'umanità, invitando e coinvolgendo anche tutti gli attori civili del soccorso in mare", dicono in una nota congiunta diverse ong: Alarm Phone, Mediterranea Saving Humans, Borderline Europe, Emergency, Iuventa, Louise Michel, Medici Senza Frontiere, Mission Lifeline, R24 sailtraining, Resqship Salvamento Maritimo Humanitario, Sarah Seenotrettung, Sea Eye. Da domani a sabato l'isola ospiterà iniziative in favore della pace e domani è previsto l'arrivo del presidente della Camera Roberto Fico. "Riconosciamo Lampedusa - aggiungono i firmatari - come 'isola che salva'. Ma salvare non significa tenere gli esseri umani in campi o hotspot. Come possiamo vedere di fronte all'arrivo dei profughi dall'Ucraina, occorre consentire che le persone si muovano in tutta Europa. Vediamo invece come possa essere terribile la situazione opposta, nelle isole greche come Lesbo o Samos, dove le persone sono bloccate o detenute in campi per mesi o anni, e dove viene creata, politicamente e artificiosamente, una situazione di crisi permanente. Il sistema degli hotspot - con la trasformazione delle isole di confine in zone militarizzate di emergenza - non potrà mai essere accettabile. E a Lampedusa dovrebbe essere superato dalla proposta del 'Percorso per la pace'". “Come passo concreto in questa direzione, sosteniamo la richiesta del sindaco - conclude la nota - di sostituire le 'navi quarantena' con un sistema rapido e permanente per trasferire le persone arrivate a Lampedusa verso la terraferma. Il governo italiano ha prorogato l'uso delle navi quarantena fino al 30 aprile. Queste navi non hanno mai avuto alcuna motivazione sanitaria valida per contrastare la pandemia. Piuttosto, sono state usate come hot-spot galleggianti".

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