Covid, “furbetti” del vaccino: sindaco di Corleone si è dimesso

Sicilia

Il primo cittadino ha confermato di aver ricevuto la prima dose di vaccino l'8 gennaio e il richiamo il 31 gennaio: "Ho fatto il vaccino in modo consapevole, non tanto per tutelare la salute, quanto perché preoccupato, se infettato, di dovere trascurare per un tempo non breve l'attività amministrativa", le sue parole

Il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, 79 anni, si è dimesso dopo essere stato travolto dalle polemiche per essersi sottoposto al vaccino anti-Covid insieme alla sua giunta pur non rientrando nelle categorie stabilite per legge, come emerso da un’indagine del Nas dei carabinieri, che ha presentato un’informativa alla procura di Termini Imerese. Il primo cittadino ha confermato di aver ricevuto la prima dose di vaccino l'8 gennaio e il richiamo il 31 gennaio. "Ho fatto il vaccino in modo consapevole, non tanto per tutelare la salute, quanto perché preoccupato, se infettato, di dovere trascurare per un tempo non breve l'attività amministrativa, in un momento in cui i molteplici impegni, derivanti anche dalla diffusione del virus, oltre che da tutte le altre attività che si stanno portando avanti”, ha spiegato Nicolosi, che oggi ha convocato la giunta per rassegnare le proprie dimissioni.

La richiesta a Musumeci

“Le attività - ha proseguito il sindaco - imponevano una presenza costante sul campo, cosa che ha consentito non solo di fronteggiare con prontezza l'emergenza, ma nel contempo di ottenere cospicui finanziamenti per risolvere annose questioni legate alle infrastrutture, al decoro urbano, agli impianti sportivi, alla illuminazione pubblica e tanto altro di cui si è dato conto al Consiglio comunale e alla città”. Nicolosi, in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci della sanità provinciale, ha segnalato al presidente della Regione Musumeci e all'assessore alla Sanità Razza la necessità di equiparare i sindaci e gli amministratori locali agli operatori sanitari e quindi inserirli nella prima fascia dei soggetti da proteggere proprio per i compiti che sono chiamati ad assolvere anche in relazione alla tutela della salute della comunità amministrata. Nicolosi rivendica "la correttezza dettata dall'esigenza di quanto in premessa della scelta compiuta”, sottolineando che egli non è mai mancato un giorno nello svolgimento delle sue incombenze di sindaco nella direzione delle attività amministrative.

L'assessore regionale Turano al sindaco: “Ripensaci”

"Il linciaggio mediatico del sindaco di Corleone è inaccettabile. Invece di chiedere più vaccini per tutti ci stiamo cimentando in una inutile polemica alimentata da uno sterile populismo vaccinale. Al mio amico Ciccio dico: ripensaci", ha affermato l'assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano, intervenendo in difesa del sindaco "travolto dalle polemiche per essersi fatto somministrate le due dosi di vaccino anti-Covid". "Il rigore e l'ordine nella somministrazione dei vaccini sono d'obbligo - continua Turano - Mi pare, però, che ad oggi si stia procedendo con le categorie più disparate, addirittura studenti del primo anno di medicina che non si sono dati nessuna materia mentre nel mondo i primi ad essere vaccinati sono stati i capi di stato. Francamente mi sembra una forzatura e una menzogna definire 'furbetto del vaccino' il sindaco Nicolosi, un uomo di settantanove anni con grandi responsabilità amministrative. È assurdo". L'assessore lancia poi un appello: "Dobbiamo decidere se trasformare la campagna vaccinale in una reale tutela della comunità o nell'ennesima caccia alle streghe alimentata dal populismo e approssimazione, perché se vogliamo la guerra dei poveri allora qualcuno dovrà pur spiegare perché un docente universitario abbia più diritto al vaccino rispetto a cassiere e cassieri dei supermercati", ha concluso Turano.

Nuovi casi in Sicilia

Intanto, la Procura di Palermo e della Procura di Termini Imerese stanno indagando su decine di altri "furbetti" del vaccino anti Covid. Sotto la lente di ingrandimento dei carabinieri sono finiti i centri di vaccinazione di Corleone, Petralia Sottana, il Giglio di Cefalù, Villa delle Ginestre, Policlinico, Fiera del Mediterraneo e Civico di Palermo. Tra i casi sospetti segnalati, ci sono diversi amministratori locali, un ex magistrato, un alto prelato ed esponenti delle forze dell'ordine a cui il vaccino sarebbe stato somministrato prima che rientrassero tra le categorie autorizzate. I carabinieri, che hanno presentato già informative alle due Procure, proseguono i controlli e le analisi degli elenchi dei vaccinati.

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