Un promotore finanziario di 36 anni investiva in criptovalute trattenendo per sé il 5% delle quote versate e ai clienti restituiva codici grazie ai quali potevano fare acquisti sul web in forma anonima
Sei persone, quasi tutte legate da vincoli di parentela, sono indagate dalla Procura di Napoli nell'ambito di una indagine sul riciclaggio in criptovalute di denaro che secondo gli inquirenti sarebbe frutto di attività illecite, come le truffe e l'evasione fiscale. Lo riportano oggi Il Mattino e l'edizione napoletana di Repubblica.
Le indagini
Lo scorso aprile i carabinieri, coordinati dall'ufficio inquirente partenopeo, hanno eseguito delle perquisizioni nel rione Sanità di Napoli, dove il gruppo operava, ipotizzando il reato di associazione a delinquere e riciclaggio. Gli investigatori hanno acquisito i dispositivi informatici che i sei indagati utilizzavano per le loro attività. A capo del gruppo ci sarebbe un promotore finanziario di 36 anni che si sarebbe occupato di fare investimenti online per conto di clienti i quali gli consegnavano il denaro contante. L'attività investigativa trae origine da un'altra indagine dei carabinieri su una banda di falsari chiamata "Napoli Group". Il 36enne, avvalendosi dell'anonimato garantito dal dark web, operava investimenti in criptovalute e tratteneva per sé il 5% delle quote investite. Ai suoi clienti restituiva codici grazie ai quali potevano fare acquisti sul web, anche loro in forma completamente anonima.