L'ipotesi investigativa è che Vassallo, che non si era piegato alla camorra, sia stato ucciso perché voleva rendere noto un traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli. Tra gli indagati anche un colonnello dei carabinieri
I carabinieri del Ros di Roma e quelli di Salerno stanno eseguendo un decreto di perquisizione nei confronti di nove indagati a vario titolo coinvolti nell'omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (Salerno) avvenuto nel 2010 (I FUNERALI). Omicidio e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga i reati contestati. L'ipotesi investigativa è che Vassallo, il "sindaco pescatore" che non si era piegato alla camorra, sia stato ucciso perché voleva rendere noto un traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli e di cui era venuto a conoscenza.
Tra gli indagati un colonnello dei carabinieri
Tra i nove indagati figurano anche un colonnello dei carabinieri e un ex carabiniere: si tratta, a quanto trapela, del colonnello Fabio Cagnazzo e dell'ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che era già indagato per il delitto ed è stato di recente condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati. Sottufficiale, Cioffi per lungo tempo è stato collaboratore di Cagnazzo, che all'epoca dei fatti era comandante provinciale dell'Arma di Frosinone. Coinvolto anche un terzo militare, Luigi Molaro.
Tra gli indagati, si evince dal decreto di perquisizione emesso dalla Dda di Salerno, anche quattro imprenditori e due esponenti di un clan camorristico. Il provvedimento riguarda oltre che il tenente colonnello Fabio Cagnazzo, l'ex brigadiere Lazzaro Cioffi e il carabiniere Luigi Molaro, l'imprenditore Giuseppe Cipriano (titolare di una sala cinematografica a Scafati), i fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino che gestiscono una struttura ricettiva; Romolo e Salvatore Ridosso, ritenuti componenti del clan camorristico scafatese dei Loreto-Ridosso. Cagnazzo, Molaro, Cioffi, Cipriano ed i tre Palladino sono indagati per droga. L'accusa di omicidio, invece, è stata ipotizzata nei confronti dei tre carabinieri, di Cipriano e dei due Ridosso.
L'omicidio
Angelo Vassallo venne ucciso a colpi di arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, una frazione di Pollica, mentre rincasava a bordo della sua auto. Le nuove indagini, spiega il procuratore della Repubblica di Salerno Giuseppe Borrelli, riguardano anche "lo svolgimento e le reali finalità" di una serie di attività investigative messe in atto subito dopo il delitto, e senza delega da parte della competente Procura salernitana, "che ebbero quale effetto quello di indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei all'omicidio".
Le perquisizioni
Il decreto di perquisizione odierno, aggiunge Borrelli, si basa su "una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall'indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli". Un collegamento che ha consentito di utilizzare i risultati di attività tecniche svolte dalla Dda napoletana nell'ambito di altre inchieste. Il procuratore della Repubblica di Salerno precisa che le ultime ipotesi investigative sono "suscettibili di ulteriore verifica nel corso del procedimento, anche alla luce delle complessive acquisizioni probatorie, tuttora coperte da segreto investigativo".
In particolare, nell'abitazione in Calabria dove l'ex carabiniere Lazzaro Cioffi sta scontando gli arresti domiciliari, i carabinieri stamani hanno sequestrato il cellulare ed il computer dell'ex sottoufficiale.
Il movente
Per la Dda di Salerno vi sono "fondate ragioni" per "ritenere che l'omicidio del sindaco" Angelo Vassallo "sia stato posto in essere per impedirgli di rivelare quanto aveva appreso circa il coinvolgimento di soggetti, da lui individuati, in un traffico di stupefacenti che coinvolgeva il porto di Acciaroli, luogo di approdo di gommoni che scaricavano la droga". E' quanto si legge nel decreto di perquisizione notificato oggi a nove indagati. In particolare, "appare pacifico - è detto nel provvedimento - che alla fine del mese di agosto 2010 il sindaco Vassallo avesse iniziato una personale attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti in Acciaroli e che, evidentemente non fidandosi del locale presidio dei carabinieri, avesse coinvolto in questa attività alcune unità della polizia municipale, cui aveva affidato servizi di appostamento sul porticciolo per cercare di individuare i gommoni che portavano lo stupefacente sulla terraferma". "Risulta altresì - si aggiunge - che quanto scoperto aveva provocato all'amministratore un forte senso di delusione (verosimilmente per il coinvolgimento di persone che egli non avrebbe immaginato potessero essere coinvolte) oltre che forti timori per la propria incolumità". Di tutto ciò Vassallo aveva "genericamente interessato" con una telefonata l'ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, riservandosi di formalizzare la denuncia ad un carabiniere di assoluta fiducia dello stesso Greco, ma non fece in tempo a farlo perché l'ufficiale della compagnia di Agropoli cui avrebbe dovuto rivolgersi il giorno concordato era impegnato in un'attività di servizio: fissarono un nuovo appuntamento per il 6 settembre 2010, ma il sindaco venne ucciso la sera prima.