Il reato contro la deturpazione permanente della persona contempla una condanna dura, che varia tra otto a 14 anni di reclusione. Le indagini hanno stretto il cerchio su una donna che farebbe parte dell'ambito familiare delle vittime: interrogata a lungo dalla polizia
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Ipotizza il reato di "deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso" la Procura di Napoli che, insieme con la squadra mobile della Questura partenopea, sta indagando sul grave episodio avvenuto poco dopo l'una del 30 maggio scorsi lungo corso Amedeo di Savoia, dove due sorelle di 24 e 17 anni sono rimaste ustionate dopo che sei persone, in sella a tre scooter, hanno lanciato loro addosso dell'acido per poi fuggire.
Il reato
Il reato contro la deturpazione permanente della persona contempla una condanna dura, che varia tra otto a 14 anni di reclusione. Dopo l'agguato le due ragazze sono state medicate nell'ospedale Cardarelli dove hanno trascorso la notte, nel reparto "grandi ustioni", prima di essere dimesse. La sorella maggiore ha riportate lesioni alla guancia sinistra e a un braccio, mentre la minore alla guancia destra e al naso.
Una delle due vittime aveva subito un altro attentato
Ieri le due giovani, dopo essere state medicate all'ospedale Cardarelli, sono state ascoltate per diverse ore negli uffici della Squadra Mobile di Napoli. Le indagini stanno vagliando diverse ipotesi. Sembra essere prevalente quella che conduce a una vendetta per vicende di tipo sentimentale, ma non si escludono altre piste. A entrare in azione, la notte tra domenica 29 e lunedì 30 maggio sarebbero state sei persone, verosimilmente tre ragazze e tre ragazzi, in sella a tre scooter.
Una delle due vittime inoltre tre settimane fa aveva subito un attentato minatorio: la notte tra il 10 e l'11 maggio scorsi qualcuno ha dato fuoco alla vettura, una Smart, usata dalle due ragazze e intestata al padre. Lo si apprende in ambienti investigativi.
Le indagini: "Si stringe il cerchio intorno a una donna"
La polizia ha stretto il cerchio attorno a una donna, sospettata di essere una delle persone responsabili dell'aggressione. Secondo quanto trapela dallo stretto riserbo degli investigatori, la donna farebbe parte della cerchia familiare delle due vittime ed è stata lungamente interrogata negli uffici della Questura dal pm Giulia D'Alessandro, della sezione 'Fasce deboli' della Procura di Napoli.
Su Facebook: "Invidia e bugie"
Si sono interrotti domenica scorsa, intorno alla mezzanotte e circa un'ora prima dell'aggressione, i post sul profilo Facebook di una delle due sorelle vittime del lancio di acido che ha lasciato lesioni a entrambe, anche sul viso. L'ultimo post è delle 23.58. A commento di una sorta di proverbio - "Peggio della bugia che ha le gambe corte, c'è l'invidia che ha la lingua lunga" - la giovane scrive una frase costellata da emoticon: "lingua lunga ma di bugie... precisiamo". Un'ora dopo, intorno all'una di notte, l'aggressione.