Camorra, aggressioni alla "concorrenza": tre arresti nel Casertano

Campania

Le accuse sono di illecita concorrenza con minaccia o violenza e tentata estorsione, con l'aggravante del metodo mafioso e dell'agevolazione mafiosa

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Tre uomini di Casapesenna e Casal di Principe (Caserta) sono stati arrestati dai carabinieri su ordine del Gip di Napoli con l'accusa di illecita concorrenza con minaccia o violenza e tentata estorsione, con l'aggravante del metodo mafioso e dell'agevolazione mafiosa, nell'ambito di un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Le accuse

I tre avrebbero imposto ad alcuni esercizi commerciali dell'area agro-aversana, sfruttando l'appartenenza alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi, di servirsi della loro ditta per il ritiro degli oli esausti. I fatti sarebbero accaduti nel 2021. Dagli accertamenti realizzati dai carabinieri di Casal di Principe, è emerso che i tre avrebbero anche percosso con una mazza da baseball un imprenditore del loro stesso settore, affinché rinunciasse a far loro concorrenza.

Le minacce: "Qui è Casale e tu hai figli..." 

"Qui è Casale, sai come funziona. Tu hai moglie e figli...". È quello che si è sentito dire un dipendente di una società casertana di smaltimento degli oli esausti, il cui titolare è stato vittima di un boicottaggio architettato da un imprenditore rivale che, secondo la Dda di Napoli, si è rivolto ad elementi di spicco della mafia casalese per impossessarsi dei suoi 140 clienti ed estrometterlo così dagli affari. Il dipendente che ha ricevuto le minacce, malgrado avesse veramente bisogno di lavorare per mantenere la sua famiglia (ha moglie e due figli), chiese addirittura di essere licenziato per poi essere spostato in altre zone del Casertano; ma a Casal di Principe non c'è voluto più tornare per il grande spavento preso.

La vicenda

Ad avvicinare il dipendente, secondo le accuse, è stato Aldo Nobis, 52 anni, fratello di Salvatore Nobis, detto "scintilla", per gli inquirenti, elemento di spicco del clan dei Casalesi e in particolare uomo di fiducia dell'ex superboss Michele Zagaria, e Vincenzo Cantiello, 56 anni, anche lui elemento di spicco della cosca, fratello di Salvatore (altro boss da anni al 41bis), già destinatario nei giorni scorsi di un arresto in carcere, in quanto ritenuto dalla Dda il killer di Pasquale Santagata, assassinato a Castel Volturno (Caserta) nel 1988. Nobis e Cantiello sono stati arrestati stamani dai carabinieri che hanno loro notificato l'ordinanza in carcere emessa dal gip di Napoli Federica Colucci. Il provvedimento di carcerazione è stato notificato anche a Giulio Nobis, 27 anni, figlio di Salvatore e nipote di Aldo. Insieme con i tre risulta indagato un imprenditore di 50 anni che per gli investigatori avrebbe assoldato Aldo Nobis per fare concorrenza alla vittima a "colpi" di minacce e non solo, ed estrometterlo così dal lucroso affare della raccolta e reimmissione sul mercato degli olii esausti rigenerati.

Le indagini

Secondo quanto emerso dalla indagini, Aldo Nobis, dopo avere coinvolto anche esponenti di spicco del clan, insieme con il nipote Giulio, ha aggredito e picchiato a Casapesenna l'imprenditore rivale del suo committente che si era permesso di violare il divieto di esercitare la sua attività nei tre comuni del Casertano da sempre roccaforti del clan (Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d'Aversa). L'imprenditore vittima ha denunciato tutto ai carabinieri, raccontando di come l'azienda rivale, grazie al sostegno del clan, sia riuscita a soffiargli decine di clienti, tra cui molte pizzerie, ristoranti e attività alimentari. Iclienti avevano paura della caratura criminale di Nobis e Cantiello e peraltro quest'ultimi - è emerso - non esitavano ad entrare nelle attività e ritirare arbitrariamente gli oli esausti. Di Aldo Nobis parlano vari ex fedelissimi di Michele Zagaria, divenuti collaboratori di giustizia, Michele Barone riferisce che Nobis insieme ad altri affiliati riuscì a reperire in 24 ore 500mila euro da consegnare a Pasquale Zagaria, fratello di Michele, considerata la mente imprenditoriale dei Casalesi. Soldi che servivano a Pasquale Zagaria per degli investimenti immobiliari.

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