Mostre a Napoli, da Salvador Dalì a Dante Alighieri: le 10 da non perdere nel 2022
CampaniaA Palazzo Fondi è stata allestita una mostra su Frida Kahlo che racconta la vita dell’artista e il grande amore con Diego Rivera. A Palazzo Reale, invece, si celebra Dante Alighieri mentre Vico Equense omaggia Salvador Dalì
Tra le mostre aperte nel 2022 nel capoluogo partenopeo, a Palazzo Fondi ne è stata allestita una su Frida Kahlo che racconta la vita dell’artista e il grande amore con Diego Rivera. Il Palazzo Reale, invece, celebra Dante Alighieri con una mostra incentrata su tre tele raffiguranti episodi della Divina Commedia, realizzate dal pittore Tommaso De Vivo. Vico Equense omaggia Salvador Dalì con una kermesse che offre una panoramica delle opere del maestro catalano secondo un percorso "unconventional".
“Frida Kahlo – Il caos dentro” a Palazzo Fondi
A Palazzo Fondi di Napoli, fino al 29 marzo, è in scena la mostra “Frida Kahlo – Il caos dentro”, organizzata in sezioni tematiche per accompagnare il visitatore nell’esistenza caotica della pittrice messicana, con un focus sul suo grande amore Diego Rivera, tra i principali ispiratori dell’arte muralista.
A Napoli apre 'Dante al Palazzo Reale'
Il Palazzo Reale di Napoli celebra Dante Alighieri con una mostra incentrata su tre tele raffiguranti episodi della Divina Commedia, eseguite dal pittore Tommaso De Vivo, allestita negli spazi della "Galleria del Genovese" (fino al 1° marzo 2022) curata Mario Epifani e da Andrea Mazzucchi. I dipinti, realizzati per Vittorio Emanuele II, in vista il sesto centenario della nascita del Sommo Poeta (1865), successivamente sono stati divisi tra il Palazzo Reale, la Biblioteca Nazionale e la Reggia di Caserta. Nell'anno di Dante 700 il ciclo di de Vivo, restaurato, è riunito nella sede originaria a confronto con altre testimonianze della fortuna di Dante nell'arte napoletana intorno alla metà dell'Ottocento. Dal celebre dipinto di Domenico Morelli raffigurante Dante e Virgilio nel Purgatorio (1844), all'album di litografie di Antonio Manganaro che illustra in tono satirico L'Esposizione marittima visitata da Dante e Virgilio (1871). Il percorso di visita, allestito dall'architetto Lucianna Iovieno, è arricchito dalle proiezioni multimediali, realizzati da Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) che illustrano, attraverso immagini tratte da codici miniati, il viaggio di Dante nell'aldilà.
A Vico Equense l'omaggio a Salvador Dalì
Vico Equense nel segno dell'arte. Nel Museo Mineralogico Campano, inaugurazione della mostra "Salvador DalÍ - Luce. I Tesori del Maestro". L'esposizione è curata da The DalÍ Universe con il patrocinio del Comune di Vico Equense e la collaborazione della locale Pro Loco. La kermesse fino al 30 aprile 2022 offrirà a visitatori e turisti una panoramica delle opere del maestro catalano secondo un percorso "unconventional" rispetto alle tradizionali mostre e ai musei curati dalla The DalÍ Universe di Beniamino Levi in tutta Europa: da Matera a Siena, Praga, Copenaghen, Bruges e Parigi. Con "Salvador DalÍ - Luce. I Tesori del Maestro" si realizza un connubio fra proposta artistica e glamour che si mostrerà, oltre che nelle tradizionali espressioni scultoree, oggetti e grafiche nate dalle mani di DalÍ, anche nella sezione di ori e preziosi che fino ad aprile del prossimo anno saranno il focus centrale dell'esposizione di Vico Equense. Circa 70 i pezzi in mostra con le sculture in oro e diamanti, quelle in argento e i DalÍ d'Or, oggetti di uso comune realizzati in oro. Nelle sale del Museo Mineralogico Campano, inoltre, anche due opere museali: Omaggio alla moda e La Nobiltà del Tempo, una delle realizzazioni più famose del genio del Surrealismo.
“Naples. Sense of place” al Mann
“Naples. Sense of place”, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli 52 scatti di Alex Trusty invitano i visitatori a scoprire la città e il suo genius loci. Dal volto di Pier Paolo Pasolini sul tufo dei palazzi del centro storico alla visione di Capri distesa nel mare del Golfo, dal Vesuvio coperto di nuvole alla Gaiola: nelle immagini in bianco e nero Napoli si mostra al di là degli stereotipi, con le sue atmosfere uniche e poche le presenze umane poiché l'obiettivo è tutto concentrato sul potere evocativo dei luoghi. Nello scatto dedicato al Mann i due celebri Corridori della Villa dei Papiri. L'itinerario fotografico è ospitato nella sala del Toro Farnese fino al 6 gennaio 2022.
“Tutankhamon – Viaggio verso l'eternità” a Napoli
Napoli dal 23 ottobre ospita la mostra itinerante “Tutankhamon - viaggio verso l'eternità” e riscopre il profondo legame con la cultura egizia. Organizzata da Innovation, con il patrocinio dell'assessorato all'Istruzione, alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, la mostra curata da Clarissa Decembri giunge in vista dei cento anni dalla scoperta della tomba più famosa della storia dell'egittologia. Gli organizzatori in una nota scrivono: “A Napoli è possibile ammirare oltre 100 riproduzioni dei reperti più importanti trovati nella tomba di Tutankhamon, realizzati a Il Cairo in collaborazione con il Ministero delle Antichità Egizie, tra cui il trono d'oro, il carro da guerra, i sarcofagi, i vasi canopi e la famosa maschera d'oro, ed oltre 60 reperti originali provenienti dalla collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Nel reparto dedicato alla mummificazione il visitatore può osservare e comprendere le varie fasi dell'imbalsamazione. Grazie a ricostruzioni scenografiche ed all'applicazione della realtà virtuale, realizzata da Unsquare Life, il visitatore può vivere l'emozione provata dall'archeologo Howard Carter nel novembre 1922, quando scoprì il primo gradino di accesso alla faraonica sepoltura nella Valle dei Re, capirne i misteri e lasciarsi affascinare dal mito della maledizione del faraone. Indossando un visore e manovrando i controller, il visitatore è catapultato nell'ambiente ricostruito della tomba di Tutankhamon e può soffermarsi sui singoli oggetti del corredo funerario". A raccontare l'esposizione è Carter stesso, interpretato da Bruno Santini, il cui ologramma, presente in vari punti della mostra, è stato realizzato da Image Project. Per far apprezzare la mostra anche ai più piccoli, è stato strutturato un percorso ad hoc per bambini e ragazzi con didascalie e supporti visivi mirati.
“Aniello Falcone, il Velázquez di Napoli” al Museo Diocesano
Fino al 22 gennaio 2022 napoletani e turisti potranno ammirare le opere di Aniello Falcone esposte nell'ambito della mostra “Aniello Falcone, il Velázquez di Napoli” allestita al Museo Diocesano. L'esposizione è stata inaugurata oggi alla presenza dell'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, e delle istituzioni cittadine e regionali. Sebbene Aniello Falcone (1607-1656) sia uno dei più grandi pittori napoletani della prima metà del Seicento, non gli era mai stata dedicata una mostra né uno studio monografico. Prendendo spunto dal restauro appena concluso del suo capolavoro, il Riposo dalla fuga in Egitto del Museo Diocesano di Napoli, la mostra, curata da Pierluigi Leone de Castris, ambisce a riunire attorno ad esso oltre venti opere di questo protagonista del 'secolo d'oro' dell'arte napoletana: dalle tele di soggetto sacro alle battaglie e alle nature morte, e a proporre un percorso esteso alle chiese di Napoli che ancora conservano dipinti a fresco di Falcone da San Giorgio Maggiore a San Paolo Maggiore al Gesù Nuovo. Il restauro del Riposo ha consentito inoltre di riportare alla versione originale il lavoro di Aniello Falcone scoprendo il velo sul seno che allatta coperto in un momento successivo alla sua realizzazione. Le sue opere mature, dallo splendido Riposo dalla fuga in Egitto dipinto per Gaspare Roomer (1641), fino agli affreschi realizzati per lo stesso Roomer nella villa poi Bisignano a Barra (1640-43) e alle tante Battaglie oggi disperse tra i musei e le collezioni private d'Europa e d'America, sono la migliore testimonianza di uno straordinario equilibrio e capacità di sintesi tra naturalismo, classicismo e aperture pittoriche che fanno di Falcone uno degli artisti più originali della Napoli del Seicento, il vero "Velázquez di Napoli".
Il MANN ricorda il terremoto dell'80 con “19:34”
Volti e storie 'in presa diretta' dalla tragedia del terremoto che colpì la Campania e la Basilicata il 23 novembre del 1980: programmata lo scorso anno in occasione del quarantennale (poi rinviata causa pandemia) per la serie Il MANN e la memoria si è aperta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra “19:34”. Fotografie di Antonietta De Lillo (fino al 2 maggio 2022) con il sostegno della Regione Campania. Oltre cento le foto inedite in bianco e nero, dall'archivio di marechiarofilm, realizze da Antonietta De Lillo allora giovane fotogiornalista destinata a dimostrare la sua capacità narrativa nella trentennale carriera di autrice cinematografica. ''Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra'' ha detto il direttore del Mann Paolo Giulierini. Partita da Napoli verso i comuni dell'Irpinia ridotti in macerie, le foto raccontano primi soccorsi, i gruppi di ricerca, e poi nei giorni successivi gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, l'opera dei volontari che giungono da tutta Italia, l'arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Un tappeto sonoro, tratto dall'archivio di Rai Teche, con le voci dei tg e radiogiornali dell'epoca è diffuso in tutte le sale. ''Sono felice e onorata che queste mie fotografie siano esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli in un dialogo tra l'antichità, un passato più recente e il nostro presente'' scrive De Lillo nel catalogo. Nell'allestimento della mostra patrocinata dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, le foto sono commentate da frasi tratte dai giornali dell'epoca e da servizi televisivi. In un video il contributo dell'archeologo Antonio De Simone sul tema dei danni subiti nell'80 dal museo. Il percorso si chiude con l'illustrazione dei recenti studi sull'antisismica condotti dal MANN con l'Università degli studi Federico II Dipartimento di Strutture per l'Ingegneria e l'Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota.
Il MANN aperto a Capodanno
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli sarà visitabile dalle 14 alle 19.30 anche il primo gennaio 2022. Tra le attrazioni c'è il grande presepe nell'atrio con riferimenti alle opere custodite al MANN e dedicato ai 160 anni dell'Unità d'Italia con protagonisti del Risorgimento come Garibaldi e Cavour. Realizzata dall'Associazione presepistica napoletana, nella grande opera che richiama anche il celebre plastico di Pompei custodito al museo, non mancano la statua di Dante (collocata nella omonima piazza nel 1871 per volontà del patriota Settembrini) e la statua dell'Italia turrita e stellata di Liberti che si trova a Palazzo Reale. I mestieri ottocenteschi sono ispirati ai personaggi delle illustrazioni di Filippo Palizzi, le architetture a contesti archeologici, come il tempio di Iside di Pompei, o di scavo, la Madonna e san Giuseppe riproducono Afrodite con Anteros e il vecchio filosofo, figure di affreschi vesuviani. I tre magi sono Papa Pio IX, Vittorio Emanuele di Savoia e Francesco II di Borbone, re in abiti civili dinanzi alla Natività. Nelle taverne si possono ammirare cibi di ogni tipo riprodotti in miniatura come nelle nature morte del 600 e 700 ma anche ispirati alla tradizione culinaria napoletana d'influenza francese. Tante le curiosità e i richiami sulle opere da scoprire, le lavandaie ad esempio sono un omaggio alle celebri Danzatrici di Villa dei Papiri. Tra i personaggi anche l'archeologo Fiorelli e il pulcinella Petito. Il MANN propone per le feste numerose mostre tra le quali Gladiatori, Giocare a Regola d'Arte, Divina Archeologia, 19,34, Caruso da Napoli a New York e abbonamenti a prezzi promozionali.
“Prêt à parterre”, il San Carlo celebra il pubblico
Dedicato ai suoi spettatori: con “Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo” il Lirico più antico d'Europa celebra il pubblico, dopo il lungo periodo in cui è stato il grande assente, con un racconto negli spazi del MeMus, nel Palazzo Reale di Napoli. La narrazione, visiva e audiovisiva, parte per lo più dagli anni '50 del '900, attraverso fotografie, libretti, biglietti, abbonamenti, oggetti vari, abiti e accessori, ma anche testimonianze del pubblico di oggi. L'allestimento valorizza il fondo fotografico dell'Archivio Storico del San Carlo, oggetto di una recente digitalizzazione sostenuta dalla Regione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica. Negli scatti dell'Archivio Riccardo Carbone appaiono le dive, da Sophia Loren a Ingrid Bergman, si possono ritrovare Totò e Roberto Rossellini, la Callas e Giulio Andreotti. Partner dell'iniziativa è il Museo della Moda di Napoli, i racconti storici sono di Sergio Ragni.
“Enrico Caruso - Da Napoli a New York” al MANN
“Enrico Caruso - Da Napoli a New York” è il titolo della mostra ospitata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fino al 22 aprile 2022, Braccio Nuovo) per celebrare il centenario dalla scomparsa dell'artista . A cura di Giuliana Muscio, l''esposizione, con la consulenza musicale di Simona Frasca, mette a fuoco con uno sguardo nuovo la figura di Caruso, prima star mediatica moderna e rappresentante dell'emigrazione italiana, capace di conservare e innovare le tradizioni dello spettacolo con uno straordinario impatto sui media statunitensi. La mostra è realizzata da Fondazione Campania dei Festival e Fondazione Film Commission Regione Campania, con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con il MANN e con l'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi. Il percorso narrativo su Enrico Caruso e la sua carriera si basa su una documentazione quanto mai ricca: caratteristica dell'itinerario di visita è proporre un approccio rigoroso dal punto di vista storico e intermediale sotto l'aspetto comunicativo. La mostra propone oltre 250 immagini fotografiche, provenienti dal Metropolitan Opera Archive di New York, dalla Caruso Collection presso il Peabody Institute (Johns Hopkins) di Baltimora e dal museo Enrico Caruso di Villa Bellosguardo a Lastra a Signa. Possibile ritrovare in allestimento non solo materiale audiovisivo d'epoca e cinegiornali, forniti per l'occasione dagli archivi americani e dal fondo Setti della Fondazione Ansaldo, ma anche registrazioni audio originali della produzione discografica del più famoso tenore di tutti i tempi. In una elegante saletta che chiude il percorso è proiettato il documentario "Enrico Caruso: The Greatest Singer in the World", diretto da Giuliana Muscio e prodotto dalla Direzione Generale per gli italiani all'estero del Ministero degli Affari Esteri. Il lavoro, attraverso materiali inediti, racconta la carriera americana di Caruso e la sua modernità sottolineando il fondamentale contributo dei performers italiani nello sviluppo dell'industria dello spettacolo negli Stati Uniti (proiezioni tutti i giorni alle 12.00, alle 16.00 e alle 18.00). Il catalogo della mostra è edito da "ad est dell'equatore".