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Rapina choc a Casavatore, fermate tre persone

Campania

Sono ritenute responsabili del colpo compiuto il 9 ottobre in un ristorante puntando le armi, kalashnikov e fucili a pompa, anche contro famiglie e bambini

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Tre persone, due ventenni e un 32enne, sono state sottoposte a fermo con l'accusa di essere responsabili della rapina avvenuta a Casavatore il 9 ottobre, compiuta in un ristorante puntando le armi, kalashnikov e fucili a pompa, anche contro famiglie e bambini. I tre sono gravemente indiziati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate e numerosi tentativi di rapina. Uno dei tre, il 32enne A.S., è ritenuto dagli inquirenti legato al clan Di Lauro di Secondigliano. L'operazione è stata compiuta dai carabinieri di Casoria e di Casavatore, coordinati dalla Procura di Napoli Nord. 

Le indagini

L'inchiesta scattata dopo la rapina ha consentito di scoprire una vera e propria organizzazione criminale, di cui i tre rapinatori fermati oggi farebbero parte, ritenuta responsabile di una serie di "colpi" messi a segno con le stesse modalità e sempre utilizzando armi da guerra. I tre, è emerso dalle indagini dei carabinieri, avevano anche architettato altre rapine, in quei giorni, tutte sventate dai militari.

Le rapine e i legami con la Camorra

Dalle indagini è emerso che il gruppo era in possesso di potenti armi da guerra, come i mitragliatori kalashnikov, che non sono state ancora trovate, sulla cui provenienza si stanno concentrando le indagini. Complessivamente sono quattro le rapine che i carabinieri ritengono siano riconducibili al gruppo di rapinatori, una consumata, quella alla pizzeria 'Un posto al sole' di Casavatore, e altre tre invece sventate. Il reato contestato dall'ufficio inquirente di Napoli Nord, coordinato dal procuratore Maria Antonietta Troncone, è associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine. Il 32enne, considerato vicino al clan Di Lauro di Secondigliano, figura anche tra i 106 destinatari di una misura cautelare emessa dal gip di Napoli nel giugno del 2013 nell'ambito di una maxi operazione anticamorra del Ros e della Dda che riguardava proprio presunti affiliati al clan Di Lauro.