L'aggressore non accettava che dal centro della città il collega si fosse allontanato fino al quartiere Miano dove, secondo la sua tesi, avrebbero dovuto lavorare solo quelli della zona
Arrestato a Napoli un rider considerato il responsabile dell'accoltellamento di un collega durante una lite avvenuta il 21 marzo nel quartiere Miano. La Squadra Mobile della Questura di Napoli, al termine di indagini durate diversi mesi, ha notificato al 30enne una misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip su richiesta del sostituto procuratore Enrica Parascandolo e del procuratore aggiunto Sergio Ferrigno. È accusato di tentato omicidio.
Le indagini
Il 30enne non accettava che dal centro della città il collega si fosse allontanato fino al quartiere Miano dove, secondo la sua tesi, avrebbero dovuto lavorare solo quelli della zona. È stato questo il motivo scatenante della violenta lite sfociata nell'accoltellamento. Durante le indagini gli investigatori sono riusciti a mettere in relazione due episodi che inizialmente non sembravano legati tra loro: la denuncia di furto di uno scooter presentata da un rider e l'arrivo in ospedale di un altro rider, gravemente ferito da alcuni fendenti. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e l'interrogatorio dei testimoni non solo hanno consentito di ricostruire nel dettaglio la vicenda, ma anche di far emergere che, almeno in alcuni quartieri della città, vige la regola della territorialità: lavorano in quel quartiere solo i rider che lì ci vivono. Infatti il rider accoltellato (che ha anche rischiato la vita a causa di quei fendenti), non era di Miano ma del centro di Napoli. Gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti a recuperare l'arma del delitto che il rider aggressore, con precedenti penali come la vittima, portava con sé in giro durante le consegne.
La ricostruzione dell'accoltellamento
Il rider del quartiere Miano, secondo gli inquirenti e secondo il gip Giovanna Ciervo, ha sferrato i fendenti con l'intenzione di uccidere durante un'aggressione organizzata dai "rivali" di San Carlo all'Arena di cui faceva parte anche il collega con il quale in precedenza aveva avuto l'alterco per la sottrazione della consegna. Le coltellate inferte hanno raggiunto la vittima due volte al braccio sinistro e tre volte al torace, precisamente al polmone sinistro, e le ferite sono state giudicate a tal punto gravi da costringere i sanitari dell'ospedale Cardarelli a un repentino intervento chirurgico sulla vittima. Secondo la ricostruzione dopo l'alterco per la consegna "rubata" il rider di San Carlo all'Arena si è ripresentato a Miano, con altri quattro amici (due dei quali a loro volta rider) per picchiare il collega di Miano come effettivamente poi avvenuto a suon di calci, pugni e colpi di casco. Il rider di Miano, in possesso di un coltello "a farfalla" con una lama della lunghezza di sette centimetri (poi trovato in un bidone della spazzatura), non ha esitato ad usarlo quando si è visto accerchiato dai cinque aggressori. Dopo avere messo a segno i fendenti si rifugiato in un pub dove fingendosi accoltellato ha chiesto aiuto prima di disfarsi del coltello e dei guanti pieni di sangue che indossava. L'indagine della Squadra Mobile e della Procura di Napoli, infine, ha anche fatto emergere delle criticità della gestione dell'assegnazione delle consegne ai rider.