Si tratta del giovane alla guida della Smart For 4 poco distante dai cadaveri di due uomini, da uno scooter T-Max, da una pistola e da un prezioso orologio Rolex. Secondo quanto emerso, il ragazzo dopo essere stato rapinato ha inseguito i malviventi speronandoli e travolgendoli con l'auto
È iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Napoli Nord per omicidio volontario il 26enne G.G. che con la sua Smart For 4, secondo le ricostruzioni investigative delineate finora, ha inseguito e speronato lo scooter con a bordo due uomini che lo avevano appena rapinato del rolex, facendoli rovinare sull'asfalto e uccidendoli. L'episodio è avvenuto ieri sera in via Antica consolare campana, tra Marano e Villaricca, nel Napoletano. A perdere la vita sono stati i pregiudicati di Sant'Antimo Ciro Chirollo, di 30 anni, e Domenico Romano, di 40. Il giovane si è presentato presso la caserma dei carabinieri nella notte per raccontare la propria versione dei fatti.
La ricostruzione della vicenda
I due rapinatori avrebbero sottratto il Rolex al 26enne in via San Rocco minacciandolo con una pistola, ma il giovane li avrebbe inseguiti, speronati e travolti con l'auto. Secondo quanto ricostruito al momento, prima ci sarebbe stato l'urto violento tra l'auto e lo scooter, come testimoniano i pezzi di carrozzeria dei due mezzi sparsi in strada, poi l'auto avrebbe investito i rapinatori, che a un primo esame esterno non presentano ferite d'arma da fuoco, ma politraumi. Anche alcune testimonianze hanno confermato questa prima ricostruzione.
I primi ad arrivare sul posto sono stati gli agenti della polizia municipale, che hanno avvertito i carabinieri. I rilievi della Scientifica sono partiti subito, così come la ricerca di immagini da sistemi di videosorveglianza. Nella zona non ci sono telecamere pubbliche, ma solo quelle di qualche privato.
Le indagini
Gli inquirenti, visti anche gli elementi emersi dalle testimonianze raccolte e da alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona in cui è avvenuto il fatto, hanno contestato al giovane l'omicidio volontario, ritenendo più probabile, al momento, che sia stato lui ad investire i due banditi per poi schiantarsi contro un muro e scappare per poi recarsi successivamente in caserma. In effetti i carabinieri della Compagnia di Marano hanno trovato la Smart contro un muro, e a fianco il corpo di uno dei due banditi, mentre l'altro era ad una ventina di metri, vicino al T Max utilizzato per l'aggressione. Dall'analisi dello stato dei luoghi è sembrato agli investigatori altamente probabile che una rapina possa essere avvenuta: sul posto sono stati infatti trovati un Rolex, di cui il 26enne ha rivendicato la proprietà, e una pistola, probabilmente in uso ai due banditi, e persa durante la caduta. Inoltre Chirollo e Romano avevano precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, ed è probabile - si rileva in ambienti investigativi - che abbiano già commesso rapine come quella messa a segno ieri sera. Al netto dunque di tale elementi che sembrerebbero convergere verso la prima e privilegiata ipotesi della rapina finita in tragedia in seguito ad una reazione sproporzionata del rapinato, la dinamica è però tutt'altro che definita, e ciò anche per il racconto fornito da Greco.
I dubbi sulla vicenda
Sono due in particolare le domande a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una risposta: se nella Smart vi fosse in effetti il giovane, o magari un altro rapinatore o una persona che il 26enne vuole coprire (ipotesi quest'ultima poco probabile), e se l'incidente che ha causato la morte di Chirollo e Romano sia stato volontario o colposo. Dalle immediate indagini è anche emerso che il papà di G.G. ha precedenti per traffico di sostanze stupefacenti, ma tale circostanza non sembra avere alcuna attinenza con quanto accaduto ieri sera. Nei prossimi giorni si terrà l'autopsia delle due vittime, che potrà dare altre risposte importanti.
Il racconto del 26enne al vaglio degli inquirenti
Il pm ha ascoltato fino alle 7 di stamani il 26enne che ha raccontato di essere stato alla guida della Smart che avrebbe speronato lo scooter dove viaggiavano i due pregiudicati, che a suo dire lo avevano rapinato poco prima. Gli inquirenti stanno verificando con attenzione la versione fornita dal 26enne, che si è allontanato subito dopo l'impatto con il mezzo a due ruote per poi presentarsi alla caserma dei carabinieri; stanno cercando di capire se fosse lui il conducente effettivo dell'auto. La dinamica del fatto sembra comunque compatibile con quanto emerso dalle testimonianze, compresa quella del giovane, anche se per ora Procura e carabinieri non si sbilanciano; di certo una rapina sembra essere avvenuta, visto che è stato ritrovato un rolex e una pistola sull'asfalto.
L'interrogatorio con il pm
Il 26enne, nel corso del lungo interrogatorio reso al pm Paolo Martinelli, ha riferito di essere stato rapinato ma non di aver investito i due uomini. In particolare ha raccontato che i due banditi lo avrebbero rapinato, pistola in pugno, del rolex, mentre altri complici gli avrebbero sottratto la Smart su cui viaggiava. Al momento il giovane è comunque indagato in relazione all'ipotesi ritenuta più probabile, vale a dire che sia stato lui ad investire i due banditi per poi schiantarsi contro un muro e scappare, ma la dinamica è tutt'altro che definita.
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