In particolare, 24 indagati sono finiti in carcere, 16 ai domiciliari mentre per altri 15 soggetti è stata disposta la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono di cessione di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e per i reati di furto in abitazione, rapina, procurata evasione di soggetto detenuto presso la propria abitazione
I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito 55 misure cautelari emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord nei confronti altrettante persone accusate di cessione di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e per i reati di furto in abitazione, rapina, procurata evasione di soggetto detenuto presso la propria abitazione. In particolare, 24 indagati sono finiti in carcere, 16 ai domiciliari mentre per altri 15 soggetti è stata disposta la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Tra gli arrestati anche Ciro Migliore
Tra le 24 persone arrestate c'è anche Ciro Migliore, il transgender fidanzato con Maria Paola Gaglione, la giovane morta la notte tra il 10 e 11 settembre scorsi, ad Acerra (in provincia di Napoli) a causa di una rovinosa caduta dallo scooter guidato da Migliore, inseguito dal fratello di Maria Paola, Michele Antonio Gaglione, in sella a una moto, contrario alla loro relazione. Il giovane è sotto inchiesta per omicidio preterintenzionale. Migliore è accusato di essere un pusher: i carabinieri hanno documentato diversi cessioni che lo vedono protagonista.
La vicenda
La vicenda di Ciro Migliore di Maria Paola Gaglione è stato un importante caso di cronaca, lo scorso settembre. Da diverse parti si parlò dello spettro della transfobia come movente dell'accaduto, sempre smentito dal fratello della vittima, che all'inizio del 2021 si è visto aggravare l'accusa che gli veniva contestata da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario. Il fratello di Maria Paola ha sempre sostenuto di non avere mai avuto l'intenzione di uccidere la sorella o il suo compagno. Le famiglie di Maria Paola e di Ciro sono entrambe residenti nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli.
Le indagini
Teatro dei fatti il Parco Verde di Caivano, degradato complesso residenziale alla periferia di Napoli, noto come importante piazza di spaccio dove si riforniscono pusher e trafficanti provenienti dal resto della Campania e da altre regioni. Dalle indagini coordinate dalla procura di Napoli Nord e realizzate dai carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria, è emerso che gli indagati prendevano contatti telefonici con gli acquirenti accordandosi su quantità e luogo di consegna della droga. Lo stupefacente veniva affidato per la consegna a soggetti incensurati o comunque di giovane età, in alcuni casi anche minorenni, e sempre in piccole quantità in modo da avere meno problemi con le forze dell'ordine.